Le false fatture a Mannini e la bancarotta di Vigilante nella deposizione di Mastorakis al Collegio



Lungo interrogatorio per il commercialista imputato di concorso in rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata al vantaggio personale. Al Collegio ha illustrato quanto gli raccontò Vigilante e i motivi per cui finì in bancarotta
Il commercialista di Bordighera, Nicola Mastorakis, è stato ascoltato, stamani, dal tribunale collegiale di Imperia (presidente Paolo Luppi e giudici a latere: Anna Bonsignorio e Claudio Pesce), coimputato al processo contro l’ex luogotenente della Guardia di Finanza, in servizio presso la Procura di Sanremo, Federico Carri. Entrambi sono accusati in concorso di: rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata al vantaggio personale.
I fatti risalgono al 2005. Capo A. Secondo l’accusa, Carri avrebbe confidato all’amico commercialista l’esistenza di un’indagine penale nei confronti del convivente della titolare di una tabaccheria di corso Imperatrice (civico 29), a Sanremo, per spingere quest’ultima, cliente del professionista, a cedere l’esercizio a sua moglie (di Carri). Gestione che, poi, venne effettivamente affidata alla moglie di Carri.
Capo B. L’ipotesi di favoreggiamento – contestata anche questa, in concorso, ad entrambi – deriverebbe dall’interessamento di Mastorakis dimostrato verso il conoscente di una sua cliente, l’imprenditore del movimento terra, Carmelino Vigilante, all’epoca indagato con l’accusa di bancarotta.
Vigilante si sarebbe rivolto a Mastorakis, spiegando di non aver sottratto alcun bene societario, ma che i presunti ammanchi erano riconducibili a delle false fatturazioni. Mastorakis gli avrebbe detto di rivolgersi alla Procura e di denunciare i fatti, ma secondo l’accusa ci sarebbe stata la volontà di “pilotare” l’indagine, indirizzandolo a Carri.
Vigilante si recò, sì, dalla Guardia di Finanza della Procura di Sanremo, ma non fu Carri a firmare la denuncia, in quanto (tra l’altro) fuori sede in quel periodo.
I CONTENUTI DELLA DEPOSIZIONE DI MASTORAKIS
Ed è proprio quella in merito al Capo B, la deposizione che si è rivelata più interessante, nel corso della quale Mastorakis ha raccontato, quanto riferitogli da Vigilante: quest’ultimo finito in bancarotta, a quanto riferito, per aver lavorato gratuitamente, firmando false quietenze, per Mauro Mannini – concessionario, all’epoca, delle aree del porto di BaiaVerde, a Ospedaletti – nell’illusione che un domani gli sarebbero stati affidati lavori per 40-50 milioni di euro per la realizzazione del porto turistico.
False quietanze e non solo. Vigilante, secondo quanto riferito in interrogatorio da Mastorakis, avrebbe anche falsificato la causale dei lavori eseguiti per Mannini, allo scopo di permettere a quest’ultimo di ottenere i contributi degli enti pubblici: come scomputo o altro. In pratica, sempre secondo quanto raccontato in aula, i lavori di manutenzione della spiaggia, ad esempio, venivano certificati come lavori di consolidamento della scogliera frangiflutti, questo perché i primi non avrebbero beneficiato dei contributi, i secondi, invece, sì.
Ma non finisce qui. Nella speranza, come promessogli, di acquisire i lavori di costruzione del porto, Vigilante avrebbe lavorato gratis per Mannini, ma avrebbe ugualmente fatto figurare il pagamento tramite banca: in pratica, Mannini lo avrebbe pagato, in modo da certificare i lavori per ottenere i contributi; ma poi si sarebbe fatto restituire i soldi. Insomma, un vorticoso giro di denaro e fatture, che alla fine ne avrebbero determinato la bancarotta.
Mastorakis, dopo aver ricordato la propria collaborazione con i sottufficiali della sezione di pg della Guardia di Finanza, di Sanremo, Rocco Anobile e Federico Carri, quand’era consigliere di amministrazione del Casinò, tra il 2001 e il 2005; ha riferito di tutta la questione relativa a Vigilante: della sua volontà di denunciare Mannini e del proprio interessamento con la Procura.
Mastorakis ha anche detto di essersi rivolto a Carri per chiedergli, se Vigilante – essendoci già un’inchiesta della Squadra Mobile di Genova, che portò in carcere l’ex sindaco Flavio Parrini, con acquisizione della pratica del Porto – poteva far capo agli investigatori di Sanremo o a quelli del capoluogo.
Ma non è tutto. Sulla speranza che il fascicolo di Vigilante fosse trasmesso al pubblico ministero Antonella Politi piuttosto che ad altri, Mastorakis ha fatto sapere che si trattava di un semplice augurio dovuto al fatto che provava stima per questo pm che aveva avuto occasione di conoscere, quando ci fu l’inchiesta sul Casinò e il Comune di Sanremo, nella quale finì nei guai l’ex assessore Antonio Bissolotti: "Ho collaborato con Carri e Anobile, negli anni del Casinò – ha affermato Mastorakis – ed ho avuto modo di conoscere ed apprezzare iol pm Politi, sapendo che non si faceva intimidire dall’importanza delle sue controparti. E’ stato un mio pensiero a voce alta, di stima, e non una volontà di indirizzare il fascicolo verso di lei (tra l’altro venne affidato a un altro pm, ndr) anche perché non avrei avuto alcun potere per farlo".
IN ESCLUSIVA ONLINE PER RIVIERA24, L’UNICA TESTATA ONLINE PRESENTE AL PROCESSO