L’azienda è chiusa da due anni, ma alle lavoratrici viene contestata l’assenza dal lavoro/ FOTO






Accade alla Stireria Ferraro Antonietta. Alle lavoratrici, convinte di ricevere la lettera di licenziamento, hanno invece ricevuto la lettera di richiamo, ma gli accordi verbali con i sindacati erano diversi
L’azienda è chiusa ormai da due anni, ma le lavoratrici, convinte di ricevere la lettera di licenziamento, non si presentano sul posto di lavoro, terminata la cassa integrazione e l’azienda scrive loro una lettera di richiamo.
E’ davvero assurda la vicenda che riguarda sette lavoratrici della "Stireria Ferraro Antonietta", di Arma di Taggia, società attigua alla lavanderia "Amalia", che da tempo ormai ha chiuso i battenti, pare, per mancanza di commesse. Stamani, accompagnate dal sindacalista Uil Italo Castelli, hanno presidiato l’ingresso della ditta, cinque delle sette lavoratrici, raggiunte dalla lettera di richiamo: Stefania Cirillo, Donatella Bagnato, Gianna Maiolino, Loredana Caputo e Sara Massimillo.
"I sindacati la proprietà dell’azienda – spiegano le lavoratrici – erano d’accordo che ci sarebbe arrivata la lettera di licenziamento. Per questo motivo, il 30 settembre non ci siamo presentate. Era un accordo verbale, ma pensavamo che fosse sufficiente". E, invece, che succede: anziché ricevere la lettera di licenziamento, che avrebbe posto fine a un’agonia di quasi due anni di cassa integrazione (dal novembre 2012, al 30 settembre 2013), le lavoratici ricevono la lettera di richiamo. Quest’ultime, non escludono che si tratti di una strategia volta a far valere, da parte dell’azienda, un ipotetico licenziamento con giusta causa.
"Di giuste cause, qui non ce n’è – spiega Italo Castelli -. Il problema è che le lavoratrici hanno ricevuto dall’azienda una lettera di contestazione per assenza dal lavoro. Stamattina, sono venute qui a presidiare l’azienda, per non rischiare un’ulteriore contestazione, ma hanno trovato l’azienda chiusa. Abbiamo anche chiamato i carabinieri per certificare che era chiusa".