In occasione della Festa di San Francesco il Vescovo è intervenuto sulla tragedia di Lampedusa
5 ottobre 2013 | 08:58

Mentre assicuriamo la nostra preghiera, dobbiamo pur dire che gli italiani nelle disgrazie sanno ancora ritrovare, nonostante tutto, un sussulto di sincero altruismo e di bontà
Nell’omelia della Messa celebrata nella festa di San Francesco, il 4 ottobre nella chiesa di Terra Santa in Bordighera, Mons. Vescovo Alberto Maria Careggio, riferendosi alla tragedia di Lampedusa e nell’invitare tutti a pregare per le vittime, ha detto:
"La nostra gioia non si oppone al senso di mestizia e di orrore che proviamo per le ripetute tragedie che avvengono, come ieri, soprattutto nel mare di Lampedusa. Definire gli scafisti esseri criminali, è ancora troppo poco: non sono uomini. In loro non c’è che lo spirito di satana. Riducono alla totale miseria i poveri disgraziati che tentano una vita più umana e buttano a mare ogni speranza con cinici stratagemmi. L’obiettivo di quegli assassini non è il trasportare i miserabili al “sospirato lido”, ma di affidarli semplicemente al mare, spesso anche con poco carburante, quel tanto necessario per uscire dalle loro acque territoriali. Poi succeda quel che succeda. Il più delle volte è uno dei disperati, un po’ istruito, a guidare il barcone. Chiamare quegli scafi “carrette del mare”, è un eufemismo. Sarebbe più giusto definirle casse da morto galleggianti. Non per nulla, recatomi a Lampedusa per la festa della Madonna di Porto Salvo il 22 settembre 2006, con un gruppo di nostri pellegrini di Castellaro, il Vescovo di quella diocesi, Mons. Carmelo Ferraro, ed io ci portammo al largo per una preghiera e per affidare alle onde del mare non una normale corona di fiori, ma un vero e proprio copri bara. L’emozione fu grande e i fatti che continuamente avvengono la ridestano sempre con molta intensità.
Mentre assicuriamo la nostra preghiera, dobbiamo pur dire che gli italiani nelle disgrazie sanno ancora ritrovare, nonostante tutto, un sussulto di sincero altruismo e di bontà. La gente di quell’isola è buona: un bell’esempio di solidarietà di fronte alla gelida Europa".