Confartigianato, Liguria fanalino di coda per l’export manifatturiero

Battuta d’arresto sui mercati esteri del “made in Liguria” che nel primo semestre 2013 subisce un calo del 16,7% ,la peggiore performance a livello nazionale e in netta controtendenza rispetto alla media italiana del +0,4%
«Le cause di questo preoccupante scenario – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – sono imputabili, oltre alla recessione ormai endemica, anche alle crisi industriali dei colossi del manifatturiero presenti sul territorio ligure. In primis, l’Ilva di Cornigliano e Fincantieri di Sestri Ponente che hanno fortemente frenato la produzione tradizionalmente indirizzata ai mercati esteri oltre che l’attività dell’indotto, che sul territorio è rappresentata da centinaia di piccole e piccolissime imprese, legate a doppio filo al destino dei grandi gruppi industriali oggi a forte rischio nel capoluogo ligure».
A incidere sulla pesante contrazione registrata dall’export regionale è stato soprattutto il calo delle vendite del “made in Genoa”: -30,6% nell’ultimo anno per un totale di 577 milioni di euro in meno rispetto al 2012. Segue il dato negativo di Savona (-9,7%), quello di Imperia (-3,1%), mentre ad alzare la media regionale è La Spezia con un +36,9% per un totale di 140 milioni di euro in più di esportazioni rispetto al 2012.
.Analizzando la tendenza dell’export del resto d’Italia, emerge che quest’anno le esportazioni hanno ripreso a crescere, seppur lentamente. A spingere il made in Italy sui mercati internazionali è il settore manifatturiero: nel primo semestre dell’anno dal nostro Paese sono volati nel mondo prodotti per un valore di 178.015 milioni di euro, con un aumento di 55 milioni (+ 0,4%) rispetto a giugno 2012. I territori italiani protagonisti della corsa sui mercati internazionali per vendite dei propri prodotti manifatturieri sono: la Sicilia (14,5%), le Marche (13,6%), seguite dal Lazio (+11%) e dal Piemonte (+ 2,1%).