A Bordighera sarà presentato il romanzo storico “La vite e la rosa” di Luca Falco

Il libro, opera prima del presidente di Confartigianato Imperia, già è giunto alla sua prima ristampa
Dopo essere stato fatto conoscere ai lettori genovesi nello scorso mese di Settembre presso la Libreria “ Books in the casbah” di Vico del Fieno, pieno centro storico, tornano nell’Imperiese le presentazioni dell’opera prima del bordigotto Luca Falco, giunta già alla sua prima ristampa, e cioè del romanzo “ La vite e la rosa”. L’appuntamento è per domani pomeriggio presso il caffè Monet di Piazza della Stazione a Bordighera, con inizio alle ore diciassette e trenta, a cura della libreria “ Amico Libro” di Corrado Ramella che apre i propri battenti proprio nella “ Città delle Palme”. E’ un romanzo storico ma, più precisamente, si potrebbe affermare che si tratta di un romanzo esoterico in cui spesso si fa riferimento ad una Fede non ufficiale, anzi in chiaro odor di eresia nella quale larghi strati dei ceti popolari credevano nei secoli scorsi. Luca Falco, che nella vita di tutti i giorni installa caldaie, è, comunque, su posizioni abbastanza critiche nei confronti della Chiesa Cattolica Apostolica Ufficiale e della Curia romana o, per meglio dire, su quella che era la Curia romana sino all’avvento di Papa Francesco per il quale nutre una gran fiducia nelle sue capacità riformatrici come attestano i post dallo scrittore pubblicati on- line. Il romanzo ruota attorno all’interrogativo sul celibato o meno di Gesù Cristo. Come noto le Chiese cattoliche,ortodosse e la maggioranza di quelle evangeliche tramandano che il Cristo, in quanto “ Parola fattasi carne”, fosse stato celibe per tutta la sua esistenza terrena ma, per esempio, il Vangelo gnostico di Filippo racconta invece che sua moglie fosse Maria Maddalena, presente ai piedi della Croce sul Golgota. Nel romanzo si ricostruisce la fantasiosa storia di un archeologa ligure con ascendenze monregalesi, tale Alice Somà, coinvolta nella ricerca di un papiro, forse risalente al II° secolo dopo Cristo, in cui in greco antico sarebbe scritto che il Salvatore era il coniuge proprio della Maddalena. La Somà insegue questo importantissimo documento sulle antiche Vie del Sale che collegavano, valicando le Alpi Liguri, l’Imperiese con il Monregalese e cioè Taggia e la sua valle con Chiusa Pesio in Valle Ellero. In pratica s’inoltra lungo quell’antico cammino che metteva in comunicazione il grande cenobio benedettino del Canneto, allo sbocco della Valle Argentina, con la notissima Certosa di Pesio. Siamo al centro di un triangolo mistico che vede all’altro vertice la storica abbazia benedettina di Pedona, l’odierna Borgo San Dalmazzo. Al centro una vasta area ancora selvatica i cui abitanti sono intrisi di una religiosità popolare che, spesso, sconfina nella superstizione pagana. Credono nei folletti dei boschi o nelle masche o basure, le streghe cioè, dotate di poteri soprannaturali. Una religiosità popolare ed alternativa, dunque, che si discosta, e non di poco, dalla dottrina ufficiale proclamata in quei grandi luoghi del sapere, per i tempi ovviamente, che sono il Canneto, Pedona e Pesio. E’ quello di Falco, quarantenne presidente della Confartigianato di Imperia, un romanzo che, però, pecca di una mancanza esiziale: l’archeologa Alice Somà, nella sua frenetica ricerca delle prove del coniugio di Cristo dimentica che presso gli Ebrei tutti gli uomini avevano quasi l’obbligo di sposarsi a meno che non fossero Profeti o Predicatori e gli Israeliti ponevano proprio Gesù Cristo ed il Battista tra queste categorie.
Sergio Bagnoli