“Svegliati tu che dormi!”: il richiamo per l’Ottobre Missionario
30 settembre 2013 | 09:43

Di pane oggi, anche nelle nostre località del piacere, ce n’è sempre meno, ma gli svaghi, soprattutto quelli frivoli e diseducativi, non mancano
MESSAGGIO DEL VESCOVO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
SVEGLIATI, TU CHE DORMI
Ottobre è preminentemente il Mese missionario, dedicato alla riflessione sulla fede e sul dovere di comunicarla a tutti.
Il Messaggio di Papa Francesco, scritto per la Giornata Missionaria Mondiale, è un forte richiamo per coloro che, catturati dalle molte preoccupazioni, hanno il cuore appesantito e si sono lentamente abituati a vivere una fede tiepida.
Nonostante la crisi socio economica, una parte della gente delle nostre città, specie rivierasche, continua ancora a desiderare panem et circenses, come ai tempi del basso Impero romano, quando gli antichi plebei non chiedevano altro che mangiare, bere e divertirsi. Di pane oggi, anche nelle nostre località del piacere, ce n’è sempre meno, ma gli svaghi, soprattutto quelli frivoli e diseducativi, non mancano. Per questo tipo di attività pare che il denaro, anche pubblico, ci sia sempre. Si va, pertanto, alla ricerca del più noto piazzista per poter mandare in visibilio la massa dei disperati e tra questi i nostri giovani.
Non dimentichino i responsabili più diretti della società, ossia i genitori, i sacerdoti, gl’insegnanti, gli amministratori e i politici, il monito di Giovanni Paolo II: Quando si sfilaccia il tessuto morale di una nazione tutto è temere.
La Giornata Missionaria Mondiale, nell’Anno della Fede, non è solo in invito a pregare per le attività caritative della Chiesa e raccogliere offerte per sovvenire ai bisogni gravissimi dei popoli sottosviluppati e travolti dalle guerre, ma è pure un invito a riflettere sul dono della Fede. La saldezza della fede – scrive Papa Francesco nella Lumen Fidei – si riferisce anche alla città che Dio sta preparando per l’uomo. E ancora: La fede è un bene per tutti, è un bene comune, la sua luce non illumina solo l’interno della Chiesa, né serve unicamente a costruire una città eterna nell’aldi là; essa ci aiuta a edificare le nostre società, in modo che camminino verso un futuro di speranza (LF, 50).
Mi auguro che l’opera di evangelizzazione nella nostra difficile Diocesi non trovi mai ostacoli, né al suo interno, né all’esterno. Proporre all’uomo la verità evangelica e la salvezza di Gesù Cristo con piena chiarezza e nel rispetto assoluto delle libere scelte è un dovere dei credenti e un aiuto per tutti coloro che sono alla ricerca delle vere ragioni di vita. Mi auguro, altresì, che il cammino delle comunità parrocchiali, Associazioni e Movimenti della Diocesi non sia mai rallentato da una forma di narcolessia spirituale, ossia dal sonno della fede presunta, della fede ritenuta un dato assodato, della fede considerata già totalmente posseduta (Papa Francesco, Messaggio). Non ha perso di rilievo il monito di San Paolo il quale, dopo aver citato il detto di Isaia Svegliati, tu che dormi, concludeva la sua lettera agli Efesini con queste parole: Fate dunque molta attenzione al modo di vivere, comportandovi non da stolti, ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi… La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo, con amore incorruttibile (Ef 5,15.6,24).
+ Alberto Maria Careggio, Vescovo