Si è chiuso domenica 1 settembre il torneo di palonetto

2 settembre 2013 | 05:45
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Si è chiuso domenica 1 settembre il torneo di palonetto
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Si è chiuso domenica 1 settembre il torneo di palonetto
Si è chiuso domenica 1 settembre il torneo di palonetto
Si è chiuso domenica 1 settembre il torneo di palonetto

I giocatori, si potrebbe quasi dire i superstiti, hanno ricevuto dagli organizzatori i premi salendo le scale della canonica con passo malfermo o con evidenti zoppìe

I forzati della palla elastica a Chiusavecchia. Si è chiuso domenica 1 settembre il torneo di palonetto o “baletta” nello snodo viabilistico antico della valle Impero. I giocatori, si potrebbe quasi dire i superstiti, hanno ricevuto dagli organizzatori i premi salendo le scale della canonica con passo malfermo o con evidenti zoppìe. Il tutto dovuto a due giorni ininterrotti di sfide nel caruggio, l’antica via del Piemonte, in gran parte sotto il sole cocente.

Si è giocato “au picà”, con ribattuta al balzo. Una specialità antica che esalta le qualità di sbracciata, per giunta su palle da tennis non spellate. Le quali, comunque, arrivano regolarmente in fondo alla strada. Quindici squadre partecipanti, con una importante novità: si presentano quattro compagini toscane. Tre arrivano dalla valle del Tosco e una da Vallico: l’area tra le province di Massa e Lucca è dunque rappresentata.

Uno scambio non solo sportivo: due squadre liguri sono andate da quelle parti anche per portare sollievo a popolazioni recentemente colpite dallo sciame sismico dell’Appennino. Non mancano i personaggi molto rappresentativi come il popolare “Moro” o il colossale Alberto Paolini “anima” del Vallico. Si gioca e le sorprese sono proprio i toscani, che si adattano al gioco locale, anche se in un caso si vedono molti colpi “dall’alto”, davvero singolari per il fare ligure e più simili alla tradizione belga e frisona. Nei gironi eliminatori cadono teste coronate, come i quotati Sasso e Ranoisio.

Due formazioni toscane giungono ai quarti di finale, ma la terna dell’esperto Balestra e quella di Semeria e Somà hanno la meglio. Tutto rimane in salsa ligure e ricomincia lo spettacolo. Spicca l’exploit di Ardissone: il popolare “anciouetta” sostituisce l’esperto Enrico Michelis e porta la sua terna alla vittoria contro il gran padrone di casa, Corrado Agnese con i suoi fidi scudieri toscani.

Ne fa le spese Franco Merano, che abbandona il campo con una caviglia fasciata e verrà sostituito nel torneo da Paolo Somà. Notevoli le semifinali: Mattia Semeria gioca con il padre Brunello e con Claudio Somà: c’è tanta serie B di pallapugno attuale. Vincono 4 a 1 contro Ardissone, forse pago della precedente vittoria. In evidenza comunque i consigli di uno straripante Luca Lepri.

Si gioca due volte l’altra semifinale: Giuse Barla, già alfiere di squadre di pallapugno dalla A alla C, gioca la prima con Augusto Arrigo (che si infortuna e viene sostituito da Marco Sasso) e la seconda con Balestra. Non cambia di molto il risultato contro il Chiapello visibilmente determinato, ben coadiuvato da Franco Calmarini e Silvano Anfossi: due che negli spazi stretti vanno a nozze. In un’azione di gioco particolarmente accesa, però, Chiapello cerca la palla al volo verso il fondo campo, ma non si avvede che non c’è più il terreno sotto di sé: un passo a vuoto e cade nel caruggio sottostante, con un gran tonfo sulla schiena. Rigioca il colpo successivo, ma non sarà più lo stesso. Il terzo posto arride comunque a Balestra, Barla e Saglietto che si confermano ad alto livello dopo la notevole prestazione di Tavole.

I premi, da quelli per ogni squadra alle grandi corbeille per i primi quattro, sono offerti da Olio Merano, Olio Anfosso, Vini di Poggio dei Gorleri, ENGelettrica, Le 2 mele, Azienda Mario Pellegrino e dalla ONLUS Nicola Ferrari, da sempre vicina al mondo sferistico. E la palma della vittoria arride ai Semeria con Claudio Somà, che bissano così il trionfo di Moltedo: un’annata positiva con la palla piccola per l’alfiere della Valle Arroscia. Chiapello spegne la spina dopo quattro giochi, non ce la fa, perde 5-2. Notevole soddisfazione per gli organizzatori, considerando anche la sontuosa cena del sabato. Questo perché la Cultura del pallonetto è anche Cultura gastronomica, considerando gli ospiti toscani e perché, come si dice nell’ambiente, se non si mangia “ci si sveglia morti”.