Resta il mistero attorno a Costa Balenae, non se ne conoscono ancora le ragioni della fine

Oggi pomeriggio, con inizio alle quindici, in occasione dei festeggiamenti patronali di San Maurizio, straordinaria visita guidata del sito
Sarà oggetto di una meticolosa visita guidata oggi pomeriggio, con inizio alle quindici, il sito archeologico di Costa Balenae, l’importante villaggio romano che sorge nel comune di Riva Ligure, poco ad ovest del capoluogo, quasi in cima al Capo Don. L’attenta visita guidata, cui si spera partecipino tanti appassionati d’archeologia non provenienti solamente dal Ponente ligure, è stata organizzata in occasione della Festa patronale di San Maurizio che sino al due Ottobre rallegrerà il paese compreso tra Santo Stefano al Mare e la riva sinistra della Fiumara di Taggia.
Quello di Costa Balenae, oggetto anche negli ultimi mesi di campagne di scavi purtroppo sempre più rare a causa delle ristrettezze economiche in cui si dibattono le Sovrintendenze archeologiche italiane, continua comunque a rimanere uno dei più interessanti siti romani della Liguria. Racchiude molti misteri non ancora svelati come quello della sua improvvisa fine. In merito molte ipotesi nel corso degli anni sono state avanzate: c’è chi dice che siano stati i Longobardi di Re Rotari, nel seicentoquarantatre dopo Cristo, a radere al suolo la “ statio” d’età imperiale, subito dopo la distruzione di Vada Sabatia.
Alcuni di coloro che avanzano questa tesi asseriscono che le prove indirette del fatto risiedono pure nell’antico nome di Riva Ligure e cioè “ Villa Regia”, toponimo che potrebbe anche essere longobardo dato che pure nel Monzese e nel Milanese ne esistono di simili. C’è però pure chi sostiene come Costa Balenae, probabilmente così chiamata dai suoi fondatori in onore della divinità dei Liguri chiamata Bellino, sia stata distrutta in epoca più tarda, due secoli dopo, dai Saraceni in una delle loro ripetute invasioni. Certamente il ritrovamento di tutta una serie di scheletri, probabilmente maschili, disposti in fila, forse all’interno di un’antica fossa comune, ci lascia un interrogativo la cui risposta potrebbe accendere in materia maggiore squarci di luce. Costa Balenae, comunque, fondata verso il 180 avanti Cristo, lungo il tracciato della Via Aurelia, che allora ancora si chiamava Via Emilia dal nome del console, Paolo Emilio, che la tracciò dopo aver domato i Liguri, era una stazione di posta.
Nacque sul capo Don perché a metà strada dalla precedente “ statio”, cioè Lucus Bormani e la città di Albintimilium che successivamente divenne “ municipium”.Pure Costa Balenae, pur continuando a far parte del territorio di Albenga, nei secoli crebbe sia per importanza che per numero di abitanti tantochè divenne sede della Pieve di San Siro, matrice della regione taggiasca dotata di un capiente fonte battesimale di forma ottogonale, è ancor oggi visibile e ben conservata, del tutto simile a quella superba di Albenga. Vicus dalle forme quasi cittadine, diversi erano i mosaici contenuti nelle sue magioni ed alcuni di essi andarono perduti nella seconda guerra mondiale, rimase importante anche in epoca bizantina entrando a far parte della “ Liguria Maritima”. Poi la repentina fine. Ci si augura ora che, diffondendone in tutt’Europa la fama, la Sovrintendenza di Genova possa con qualche impresa privata stipulare un contratto di sponsorizzazione sì da riportarla sistematicamente alla luce e scoprire tutta la sua necropoli sorta attorno alla Pieve. Solo così ne conosceremo il grado di benessere raggiunto e come vi si svolgeva la vita quotidiana.
Sergio Bagnoli