‘Ndrangheta nel Ponente: il gup di Genova chiede 36 rinvii a giudizio per gli arrestati de La Svolta






Nel corso dell’udienza, lo stesso giudice ha rigettato alcune eccezioni preliminari, presentate dal collegio difensivo e riguardanti prevalentemente la nullità di alcuni capi di imputazione, oltre la inutilizzabilità di alcune dichiarazioni
Il pubblico ministero Giovanni Arena, di Genova, ha chiesto, oggi, il rinvio a giudizio per i 36 imputati dell’operazione "La Svolta" contro la criminalità organizzata nel Ponente della Liguria, che il 3 dicembre del 2012 portò in carcere 15 persone, per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Nel corso dell’udienza preliminare il gup Roberta Bossi ha rigettato alcune eccezioni preliminari, presentate dal collegio difensivo e riguardanti prevalentemente la nullità di alcuni capi di imputazione, oltre la inutilizzabilità di alcune dichiarazioni.
I legali della difesa hanno anche chiesto di posticipare l’udienza preliminare a dopo il prossimo 29 novembre, quando dovrebbe essere discussa la perizia sulla trascrizione delle oltre 500 intercettazioni ambientali e telefoniche (molte in calabrese) facenti parte della inchiesta, coordinata dalla Dda di Genova. In ultimo, si è proceduto alla calendarizzazione delle udienze, che sono quattordici, così ripartite: 3, 7, 4, 9, 11, 16, 17, 21, 23, 24 e 31 ottobre e 4,7 e 8 novembre. Il blitz, condotto dai carabinieri, scattò all’alba con gli arresti del presunto boss della "locale" di Ventimiglia (Imperia), Giuseppe Marcianò, del figlio e del nipote, entrambi di nome Vincenzo.
Vennero, quindi, perquisite le abitazioni degli ex sindaci: Gaetano Scullino di Ventimiglia (Pdl) e Giovanni Bosio (Pdl), di Bordighera; i due Comuni sciolti per mafia, rispettivamente nel febbraio del 2012 e nel marzo del 2011. Ma non è tutto. Venne perquisito anche l’ex direttore generale del Comune di Ventimiglia, all’epoca di Scullino sindaco, Marco Prestileo.
I NOMI DI TUTTI GLI ARRESTATI
(Ricordiamo che proprio in questi giorni, per i fratelli Pellegrino è stata cancellata dalla Cassazione l’ipotesi mafiosa)
Le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare sono in totale 15, dieci delle quali per associazione a delinquere di stampo mafioso. Si tratta di:
1) Giuseppe Marcianò, 79 anni, detto "Peppino" o "Zio", di Vallecrosia, ex titolare del ristorante "Le Volte" di Ventimiglia, ritenuto capo del "locale" di Ventimiglia della ‘ndrangheta
2) Vincenzo Marcianò, 34 anni, detto "Vincenzino", figlio di Giuseppe, di Vallecrosia, partecipe
3) Vincenzo Marcianò, 64 anni, nipote di Giuseppe, di Ventimiglia, partecipe
4) Omar Allavena, 59 anni, sovrintendente della polizia municipale di Vallecrosia, residente a Ventimiglia, partecipe
5) Giuseppe Gallotta, 46 anni, detto "Pino", di Ventimiglia, partecipe
6) Annunziato Roldi, 56 anni, detto "Nunzio", di Ventimiglia, partecipe
7) Federico Paraschiva, 40 anni, detto "Ragioniere", di Vallecrosia, imprenditore, partecipe
8) Salvatore Trinchera, 66 anni, di Ventimiglia, partecipe
9) Giuseppe Cosentino, 67 anni, detto "Compare Pino", di Ventimiglia, partecipe
10) Antonio Palamara, 72 anni, di Venitimiglia, ritenuto al pari di Giuseppe Marcianò capo del "locale" di Ventimigia (arresti domiciliari)
11) Giuseppe Scarfò, 81 anni, di Ventimiglia, partecipe(arresti domiciliari)
per altri reati emersi nel corso dell’indagine i carabinieri hanno arrestato:
12) Filippo Spirlì, 39 anni, detto "Baiocco", di Ventimiglia, per prestito ad usura
13) Rosario Ambesi, 64 anni, Ventimiglia, per prestito ad usura ed estorsione
14) Maurizio Pellegrino, 40 anni, di Bordighera, attualmente detenuto, traffico di droga e detenzione di armi
15) Roberto Pellegrino, 35 anni, di Bordighera, attualmente detenuto, detenzione di armi