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Museo Navale a Imperia, lettera aperta di Enrico Berio al Sindaco Carlo Capacci

2 settembre 2013 | 08:10
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Museo Navale a Imperia, lettera aperta di Enrico Berio al Sindaco Carlo Capacci

“Solo con moderni ritocchi ad una antica costruzione nell’ambito del nuovo grande porto unico, Imperia potrà degnamente celebrare il suo novantesimo compleanno o, quanto meno, dare una solenne assicurazione di assoluta priorità a quest’opera”

Quasi votiva offerta sacrificale, nella mia recente visita al Museo Navale,  il mio sangue ha irrorato il pavimento scorrendo liquido e freddo lungo la gamba ferita nel rovinoso crollo al suolo nell’ inciampo contro un baule biancastro.
Sì, lo so, l’incipiente cataratta non mi fa più individuare tempestivamente gli oggetti più chiari o trasparenti.
E, allora, succedono questi tristi fatti.
Mia figlia si era affrettata a cercare di ripulire il pavimento, mentre il Direttore tentava, con i mezzi a sua disposizione, di tamponare la ferita sgorgante e Sandra, dopo che in parecchi mi avevano risollevato da terra, mi accompagnava, claudicante, a sdraiarmi sopra un basso mobile, mentre già sentivo arrivare lo svenimento.
Dopo non saprei quanti minuti, riaprendo gli occhi, ecco accanto a me due poderosi volontari della Croce Rossa Italiana che si affrettavano ad un nuovo soccorso sotto gli occhi di una decina di alti marinai, ciascuno in una differente uniforme, tutti protesi alla vita nella loro immobilità di manichini.
Nel vicino corridoio, pochi attimi prima, già tutta una serie  di altri marinai, nostromi, scrivani, comandanti di piccolo e di lungo cabotaggio, tutti allineati l’uno accanto all’altro, affacciati alle finestre delle loro cornici, mi avevano ispirato quelle sensazioni di angoscia e di rimpianto che, forse, avevano contribuito a distrarre la mia attenzione al momento dell’impatto.

Ma questo senso di angoscia afferra tutti, nel percorrere le sale e i corridoi del Museo Navale Internazionale di Imperia, e il Comandante Flavio Serafini che, pezzo dopo pezzo, lo ha creato dandogli tutta la sua passione e l’animo di “sacerdote” della memoria della nostra gente di mare, il Comandante Serafini, ripeto, lo sa ed è tutto suo il tormento ed il timore  di non poter vedere la sua ultima aspirazione ad una più ampia sede, già per altro esistente, ma tuttora priva dei requisiti necessari per ospitare l’enorme quantità di reperti, documenti, pubblicazioni, scafandri, timoni, modelli di barche, intere parti di navi, …………,  acquisiti in oltre una trentina d’anni con la collaborazione di tanti volontari, uomini e donne, e con la partecipazione del Comune che ne diverrà unico titolare, ma che da troppo tempo, in tutt’altre faccende affaccendato, ha dimenticato di portare il “tocco” finale  che dovrà trasformare il museo in un TEMPIO, laico, ma anche sacro, facendo dimenticare l’attuale aspetto di camposanto.

Solo così, con moderni ritocchi ad una antica costruzione nell’ambito del nuovo grande porto unico, Imperia potrà degnamente celebrare il suo novantesimo compleanno o, quanto meno, dare una solenne assicurazione di assoluta priorità a quest’opera, anche perchè (non vorrei che il confronto potesse ricordare le antiche gelosie rionali) la recente formazione del Museo di Villa Grock ad Oneglia, banale seppure artistica celebrazione di un modesto saltimbanco straniero, facesse sminuire la grande opera che ricorda sopratutto le generazioni dei nostri avi, soltanto perchè la sua sede si trova… a Porto Maurizio….
Tra l’altro il Museo Navale è l’unica struttura internazionale a livello europeo che presenta la Città.
Per anni è stato un biglietto da visita di personalità di alto livello (civili e militari) e di perstigiosi Istituti, che può dare un futuro ad Imperia ed uno sviluppo al Borgo Marina.

Dal mio esilio sanremasco
Enrico Berio, ex dirigente Archivio di Stato di Imperia
discendente di uno dei tanti nostri oscuri eroi del mare