La casa di Scajola al Colosseo, al via il processo. L’ex ministro: “Mai detto, a mia insaputa”



Scajola: “Non abito piu’ in via del Fagutale, quella casa non riesco a venderla”. Ecco la deposizione dell’ex ministro sul caso che ha fatto molto discutere i media nazionali e locali
"Se fossi stato a conoscenza di ogni passaggio di questa vicenda non sarei qua oggi. Poi aggiungo che se fossi stato un farabutto mi sarei comportato in modo diverso. Qualche giornalista ha detto che forse e’ stato tutto fatto per la ricerca di una mia benevolenza. Non lo so, non faccio esercizi di fantasia. Dico solo che nei confronti di Balducci ed Anemone avevo riconoscenza perche’ mi avevano aiutato a risolvere un problema".
E’ quanto sostenuto oggi in aula dall’ex ministro degli Interni e dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, interrogato oggi nell’ambito del processo in cui e’ accusato di finanziamento illecito in relazione all’acquisto di un appartamento in via del Fagutale a Roma. L’ex parlamentare e coordinatore di Forza Italia ha poi aggiunto che per questa vicenda sono "diventato famoso per la storia del ‘tutto a mia insaputa’. Un termine, riportato in una intervista, che non ho mai pero’ pronunciato".
"In questa vicenda – ha proseguito l’ex ministro – ho una grossa colpa: non avendo mai acquistato nulla dovevo mettere piu’
attenzione nell’acquisto dell’abitazione. In quel periodo lavoravo moltissimo, la cifra (700 mila euro ndr) per l’acquisto mi sembrava nei limiti del mio budget ma quando ho saputo dai giornali e dalle carte del processo il prezzo d’acquisto (un milione e 700 mila secondo la Procura ndr) sono rimasto perplesso".
"In quella casa non ci abito piu’, l’ho messa in vendita ma per adesso quei pochi che si sono fatti vivi, alla luce di quanto accaduto, sono scappati. Spero di riuscire a venderla al termine del processo". E’ un passaggio della deposizione fatta oggi in aula dall’ex ministro Claudio Scajola nel processo che lo vede imputato di finanziamento illecito ad un singolo parlamentare. Nel corso dell’interrogatorio Scajola ha ricostruito tutte la fase della vicenda: dalla ricerca di un’abitazione a Roma alla scelta dell’appartamento a pochi metri dal Colosseo.
"Quell’appartamento – ha risposto – mi fu proposto da Angelo Balducci, che conoscevo da tempi del Giubileo quando egli era commissario straordinario. Mi disse che quell’appartamento costava 700 mila euro che pero’ era stato opzionato da Diego Anemone il quale pero’ era disposto a cederlo. Contattai quindi Anemone e mi disse che era disposto a cederlo e che avrebbe potuto fare i lavori di ristrutturazione che erano necessari: per quei lavori, pagati in contanti, ho speso circa 60 mila euro".
"Il rogito avvenne il 7 luglio del 2004, giorno del mio onomastico. Non avvenne nel mio ufficio ma in una sala riunioni. Ricordo di avere ascoltato la lettura del rogito, di aver firmato il contratto e consegnato gli assegni alle sorelle Papa e poi di essere tornato al mio lavoro. Di quanto accaduto prima o dopo non so nulla".
Fonte Agenzia Ansa