Sequestro colloqui tra legali e clienti, il caso nelle Procure di Sanremo e Imperia

12 giugno 2013 | 16:34
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Sequestro colloqui tra legali e clienti, il caso nelle Procure di Sanremo e Imperia
Sequestro colloqui tra legali e clienti, il caso nelle Procure di Sanremo e Imperia
Sequestro colloqui tra legali e clienti, il caso nelle Procure di Sanremo e Imperia

I legali coinvolti non escludono azioni a tutela del loro diritto alla riservatezza professionale

E’ maretta tra alcuni noti avvocati italiani e le Procure di Imperia e Sanremo dopo il sequestro di alcuni colloqui tra legali e clienti
In ballo ci sarebbe la tutela del sacrosanto, in ogni Stato non totalitario, diritto alla difesa legale ed alla riservatezza dei colloqui tra legali e loro clienti finalizzati a ciò. In concreto ci sarebbero, agli atti dei giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Imperia che lunedì dovrebbe esaminare la richiesta di concordato preventivo avanzata da Giuseppe Argirò in qualità di amministratore unico della società per azioni Porto di Imperia, alcuni colloqui, intercettati e sequestrati, di natura fiduciaria intervenuti in materia connessa tra il “ patron” di Sanremonews, il piemontese Enrico Anghilante, ed alcuni tra gli avvocati più noti nel Nord Italia come Lorenzo Acquarone del foro di Genova, Franco Monelli e Giuseppe Lombardi del foro di Milano, legale tra l’altro di Enrico Bondi il risanatore di Parmalat ed oggi chiamato al capezzale dell’Ilva dopo le note vicende legate al sequestro dei beni di quell’azienda operato dai magistrati di Taranto.

I colloqui, che ormai sono diventati qualcosa in più di un “casus belli”, furono intercettati alcuni giorni fa su ordine della Procura della Repubblica di Sanremo, in procinto di essere a settembre accorpata a quella di Imperia, nell’ambito di un’inchiesta, connessa a quella del megaporto turistico del capoluogo dell’estremo Ponente ligure, riguardante i rapporti di lavoro tra un giornalista locale, Federico Marchi, già addetto stampa della Porto di Imperia spa e la testata giornalistica on- line matuziana che per assumerlo nei propri ranghi avrebbe sacrificato il pubblicista imperiese Stefano Piccardo reo, a dire suo e degli inquirenti, di non essere stato nel passato troppo tenero proprio con Giuseppe Argirò. Avuta notizia dell’inchiesta sanremese Aghilante ebbe a dichiarare agli organi di stampa:” Mi metto fin da ora a completa disposizione degli inquirenti. Sanremonews continua la sua attività da sempre improntata ad obiettività e al netto ripudio di qualsiasi forma di bavaglio, nonché alla completezza dell’informazione, anche quando questa coinvolga, per fatti che allo stato non ci è dato sapere, direttamente lo stesso giornale”. Nel corso dell’inchiesta condotta dalla Procura matuziana, evidentemente, furono poste in atto alcune intercettazioni telefoniche nei confronti del manager piemontese a cui furono sequestrati pure carte e files inerenti il tentativo di salvataggio, mediante concordato preventivo, della società costruttrice del Porto di Imperia. I magistrati inquirenti sanremesi trasmisero buona parte del materiale in loro possesso ai giudici fallimentari imperiesi.

Qua i tre grandi avvocati sono venuti a conoscenza del materiale agli atti ed hanno immediatamente protestato vivacemente per quella che loro giudicano essere stata una scorrettezza giacché avrebbe pregiudicato la necessaria privacy che deve perdurare nei colloqui tra cliente e legale a meno di gravissimi motivi ben circostanziati dal codice. Le intercettazioni dei colloqui professionali tessuti dagli avvocati Acquarone, Monelli e Lombardi verranno, dunque, distrutte al pari di quanto chiesto a Palermo per quelle intercorse tra l’attuale Presidente della Repubblica Napolitano ed il suo vice al Csm Nicola Mancino, incautamente finite nell’inchiesta sulla trattativa presunta intercorsa tra Stato e mafia dopo le bombe di Capaci e Via D’Amelio che uccisero i giudici Falcone e Borsellino? Non si sa ancora ma i tre noti legali promettono battaglia, esecrati come sono di quanto successo.