“No alla guerra, sì alla vita”, libro dedicato al badalucchese Jacopo Zorzan, scomparso nel 2011

L’antologia è dedicata a Jacopo Zorzan, al quale un improvviso malore ha spezzato la vita a soli 16 anni. L’opera contiene anche il capitolo “Jacopo lo ricordiamo così…” con alcuni pensieri di chi lo ha conosciuto e amato
Il libro ha uno scopo doppiamente sociale: sensibilizzare sul tema della guerra, fonte di sola distruzione dell’unico bene prezioso che abbiamo e che nessuno potrà ridare alle vittime, dirette e indirette, ovvero la Vita, in ogni sua forma; inoltre il volume sostiene l’associazione Onlus “FHM ITALIA”, gemella della ONG per le Case Famiglia “FHM Sierra Leone”, alla quale sono devoluti i corrispettivi diritti di autore. FHM ITALIA onlus è nata principalmente per facilitare un massiccio intervento in favore delle mamme ed i loro neonati, il primo passo nella vita, talvolta tanto difficoltoso in Sierra Leone, dove la mortalità infantile raggiunge cifre non tollerabili (300 su 1000). Con il tempo, FHM Italia ha esteso i propri progetti diventando un esempio sempre concreto di umanità, solidarietà e sostegno alle esigenze del posto, tenendo conto delle realtà sociali, antropologiche e religiose e, soprattutto, dei reali bisogni espressi e delle vere emergenze. (www.fhmitalia.it).
L’antologia è dedicata a Jacopo Zorzan, al quale un improvviso malore ha spezzato la vita a soli 16 anni. L’opera contiene anche il capitolo "Jacopo lo ricordiamo così…" con alcuni pensieri di chi lo ha conosciuto e amato. Carla, la mamma, ha fatto del suo dolore un sorriso per Jacopo e per il mondo, realizzando in memoria del figlio iniziative solidali, quali la borsa di studio Jacopo Zorzan, e adottare a distanza Daniel, un ragazzo soldato della Sierra Leone, attraverso la stessa associazione che il libro intende sostenere, "con la speranza che le nostre voci possano essere un’eco capace di risuonare nell’aria e spezzare le barriere del silenzio" come afferma Rosa Maria.
Jacopo sin da piccolo, ha sempre avuto la passione per i modellini, crescendo dalle comuni costruzioni Lego è passato al disegno di questi ultimi, comprendendo con dispiacere che i suoi velivoli preferiti non erano solo aerei ma vere è proprie armi da guerra. I soldatini, i carri armati e gli aeroplani non erano semplici giochi ma riproduzioni in miniatura di una guerra che nella realtà non divertiva i bambini di quei luoghi coinvolti ma li uccideva. La passione per quei bolidi enormi e lo sgomento per l’uso che ne veniva fatto spinse Jacopo a sperare di poter fare qualcosa.
Il Boeing B-29 Superfortress (Boeing Model 341/345) era un bombardiere pesante quadrimotore a elica, famoso per aver preso parte alla campagna di bombardamento sul Giappone da parte dell’USAAF durante la seconda guerra mondiale, e per aver inaugurato l’era nucleare. Venne spesso utilizzato per bombardamenti incendiari notturni a bassa e media quota sul Giappone, nonché per lo sgancio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. I due esemplari che operarono il bombardamento atomico erano chiamati Enola Gay e BOCKSCAR. Il B-29 fu il singolo progetto più costoso di tutta la seconda guerra mondiale: il suo sviluppo richiese investimenti per tre miliardi di dollari (fonte Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Boeing_B-29_Superfortress). Il numero di vittime dirette è stimato da 100 000 a 200 000. Per la gravità dei danni diretti ed indiretti causati dagli ordigni, per le implicazioni etiche comportate dall’utilizzo di un’arma di distruzione di massa e per il fatto che si è trattato del primo e unico utilizzo in guerra di tali armi, i due attacchi atomici vengono considerati gli episodi bellici più significativi dell’intera storia dell’umanità (fonte Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamenti_atomici_di_Hiroshima_e_Nagasaki). Tutte le guerre sono oggetto di disdegno come offesa all’umanità e al mondo intero, dalle più eclatanti alle più “piccole” combattute in posti sconosciuti e di cui si sa poco lontani da quelle terre. Jacopo promise a se stesso che da grande avrebbe aiutato quelle popolazioni che il mondo, le ideologie, le religioni e la sete di potere opprimevano e distruggevano. Da qui la scelta di portare avanti quello che per Jacopo era un suo obiettivo: aiutare le popolazioni colpite dalla guerra.
Insieme alla letteratura, anche la musica, ha voluto offrire il proprio contributo quale espressione artistica capace di toccare le corde dell’anima come la lettura e lasciare insieme un segno in ricordo di Jacopo: per questo Edizioni C’era una volta ha prodotto anche il cd, incluso nell’opera e non vendibile separatamente, che prende il nome dalla stessa antologia. Il cd contiene il brano "In ricordo", che Marco Reghezza ha dedicato per l’occasione a Jacopo, presentato nel cd nella versione per quartetto d’archi – primo violino Fation Hoxholli – e chitarra – Diego Campagna – e i brani "Fughetta sulle corde vuote" e "Roundance" (pubblicata da UtOrpheus), rispettivamente eseguiti da Piero Bonaguri e Giulio Tampalini.