Nella chiesa dei Cappuccini di Sanremo una Santa Messa in memoria della Regina Elena di Savoia

14 dicembre 2012 | 06:33
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Nella chiesa dei Cappuccini di Sanremo una Santa Messa in memoria della Regina Elena di Savoia
Nella chiesa dei Cappuccini di Sanremo una Santa Messa in memoria della Regina Elena di Savoia
Nella chiesa dei Cappuccini di Sanremo una Santa Messa in memoria della Regina Elena di Savoia

Sono passati 60 anni dalla morte della regina Elena di Savoia, seconda regina d’Italia, e il suo ricordo continua a perdurare nella memoria della gente suscitando sempre grande emozione.

Domenica 16 dicembre 2012 alle ore 18.00 sarà celebrata presso la chiesa dei Cappuccini di Sanremo una Santa Messa in memoria della regina Elena di Savoia, Serva di Dio, scomparsa nella città francese di Montpellier il 28 novembre 1952. Sono passati 60 anni dalla morte della regina Elena di Savoia, seconda regina d’Italia, e il suo ricordo continua a perdurare nella memoria della gente suscitando sempre grande emozione.

La regina Elena, nata principessa Petrović-Njegoš del Montenegro, sposò nel 1896 il principe di Napoli Vittorio Emanuele di Savoia e alcuni anni dopo divenne la seconda regina d’Italia.

Da subito impose uno stile sobrio alla vita di corte, ai fasti regali preferì essere concretamente vicino al popolo nei momenti più difficili. Ricordiamo il suo incessante lavoro per aiutare gli abitanti della città di Messina devastata da un fortissimo terremoto del 1908, o durante la Prima Guerra Mondiale, quando senza esitazioni trasformò il palazzo reale del Quirinale in un ospedale dove vennero assistiti più di duemilaseicento feriti, e dove, prima Ispettrice delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, in prima persona curava i soldati ricoverati, compiendo anche le opere più pietose come preparare le salme dei morti.

Questa sua attitudine di aiutare il prossimo l’apprese dalla madre la regina Milena, che alle numerose figlie inculcò fin da piccole la pietà verso più bisognosi. Elena di Savoia sentiva la responsabilità di alleviare le sofferenze del prossimo promuovendo la ricerca medica, raggiungendo importanti risultati nel rallentamento dei danni provocati dall’encefalite letargica, e nella ricerca per la diagnosi e la cura dei tumori. Ovunque si recasse, il suo primo desiderio era visitare l’ospedale, le case di cura per anziani o gli orfanotrofi locali dove spesso al personale poco preparato impartiva lezioni pratiche di economia domestica.

Nel 1937 Papa Pio XI come riconoscimento per il suo impegno evangelico le consegnò la Rosa d’Oro per la Cristianità massimo riconoscimento attribuito dalla Chiesa in questo campo.

La vita famigliare trascorreva serena e coronata dalla nascita di cinque figli: ( Jolanda, Mafalda, Umberto, futuro re, Giovanna e Maria . Una madre e una moglie attenta e premurosa non solo nella stretta cerchia familiare ma verso il popolo, conquistandosi ben presto il posto di Madre del Popolo, divenendo nel tempo una delle figure più amate e rispettate della Casa Reale.

Non si inframmise mai in questioni politiche, ma non rimase inerme allo scoppiare del secondo conflitto mondiale, e con una accorata lettera si rivolse alle regine d’Europa per scongiurare l’imminente catastrofe. Alla fine della guerra con il marito lasciò l’Italia per stabilirsi in Egitto e quando rimase vedova andò a vivere in Francia, stabilendosi definitivamente a Montpellier. Profondamente scossa dalla prematura perdita della figlia Mafalda, morta in un campo di concentramento nazista, e dalla morte del marito, affrontò con grande dignità l’esìlio e quella stessa malattia che per anni aveva contribuito a combattere.

Ma anche in questa situazione il suo pensiero era rivolto alla famiglia e ai sofferenti, spendendo le sue poche risorse in opere di beneficenza. Ogni anno decine dì italiani varcavano la frontiera francese per andare a fare visita alla regina e portale qualcosa che le ricordasse la patria che aveva dovuto abbandonare.

Alla sua morte Papa Pio XII la definì "Signora della Carità", e nel parlamento italiano molti furono i deputati che intervennero per ricordarla. Fra i tanti citiamo quello del deputato Viola: "Ad Elena di Savoia in nessun caso si potrebbe attribuire responsabilità o colpe di alcun genere… rimase estranea ad ogni sete di potere e a ogni intrigo di corte". Aggiunse l’onorevole Saja: "Sposa e madre ineguagliabile, essa lascia nell’ animo del popolo italiano e di quanti ebbero all’alto onore di conoscerla un solco indelebile fatto di bontà e di finezza".

Nel 2001 è stata proclamata Serva di Dio in occasione dell’apertura del processo di beatificazione. Per questi motivi le Associazioni Amici del Montenegro, Gruppo Savoia, Venezia Giulia e Dalmazia e l’Istituto delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon desiderano ricordare la sovrana anche a Sanremo, città che la regina amò molto ed ove era solita trascorrere lunghi soggiorni. A San Remo inoltre la regina veniva per pregare sulle tombe dei Genitori Nicola I e Milena, sepolti nella Cripta della chiesa Russa. La città la onorò dedicandole i giardini che sovrastano la Pigna, e nel 1987 collocando un suo busto all’entrata della chiesa ortodossa.