‘Ndrangheta nel Ponente: le spiate del direttore di banca di Vallecrosia al boss “Don Peppino”

4 dicembre 2012 | 14:22
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‘Ndrangheta nel Ponente: le spiate del direttore di banca di Vallecrosia al boss “Don Peppino”

C’è un’intercettazione ambientale in cui si apprende che il direttore ha avvertito Marcianò di una visita degli inquirenti che hanno voluto vedere il suo conto corrente. Direttore che successivamente viene trrasferito

Avrebbe avuto come confidente anche il direttore di filiale di una nota banca di Vallecrosia (Imperia) Giuseppe "Peppino" Marcianò, 79 anni, considerato il capo della "locale" di Ventimiglia della ‘ndrangheta. E’ quanto emerge dalle circa cinquecento pagine della misura cautelare, a margine della quale ieri gli uomini della Dda di Genova hanno arrestato 15 persone (13 gli indagati in stato di libertà) ritenute appartenenti alla criminalità organizzata.

C’è, in particolare, un’intercettazione ambientale in auto, del 26 giugno 2011, in cui il boss Marcianò racconta al nipote Vincenzo, che il direttore gli ha detto di non farsi vedere per almeno sei mesi, confidandogli anche che gli inquirenti hanno voluto accedere al suo conto corrente. Il 30 luglio del 2011, "Peppino" annuncia allo stesso nipote (in un’altra intercettazione ambientale) che il direttore era stato "con rammarico" trasferito.

Sull’influenza del boss Marcianò, gli inquirenti prendono ad esempio le dichiarazioni di una albergatrice, di Vallecrosia, che afferma: "Don Peppino è un mafioso al quale bisogna portare rispetto. Quando, nel 2003, arrivai da Bordighera a Vallecrosia, mi dissero che potevo fare tutto ciò che volevo, ma l’unico obbligo che avevo era di portare rispetto a Don Peppino".