Letti & Recensiti: Matteo Moraglia ci parla del Premio Nobel per la letteratura Mo Yan

Secondo cinese a ricevere questo prestigioso riconoscimento (il primo era stato Gao Xingijang nel 2000) è noto al grande pubblico per Sorgo Rosso film vincitore dell’Orso d’oro di Berlino nel 1988,
Il premio Nobel per la letteratura quest’anno è stato assegnato a Mo Yan, scrittore cinese cinquantasettenne, perché la sua opera “con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari, storia e contemporaneità “.
Secondo cinese a ricevere questo prestigioso riconoscimento (il primo era stato Gao Xingijang nel 2000) è noto al grande pubblico per Sorgo Rosso film vincitore dell’Orso d’oro di Berlino nel 1988, tratto dai primi capitoli dell’omonimo libro, ma soffermiamoci un attimo sulle altre sue opere.
L’uomo che allevava i gatti ed altri racconti (Einaudi) è una silloge sull’infanzia in Cina. È una fanciullezza brutta e francamente triste quella a cui si rifà l’autore che non manca di sorprenderci tratteggiando il mondo fantastico che i bambini si ritagliano nella propria fantasia.
Grande seno fianchi larghi (Einaudi) è un romanzo sulla vita della famiglia Shangguan che ripercorre più di mezzo secolo di storia cinese, dagli orrori dell’invasione giapponese all’epoca delle carestie maoiste fino ad arrivare al boom economico sotto Deng Xiaping; un romanzo di dolore ma anche costellato dalle piccole gioie quotidiane. Il supplizio del legno del sandalo (Einaudi) è l’inquietante storia di due artigiani (uno del legno, l’altro della tortura) che, coinvolti nella rivolta dei boxer si troveranno all’epilogo delle proprie esistenze.
Le sei reincarnazioni di Ximen Nao (Einaudi) è l’ironico racconto di un possidente giustiziato dalla rivoluzione che sentendosi innocente si rifiuta di passare nell’oltretomba. Il signore dell’aldilà (e qui entriamo in una descrizione dei miti rurali cinesi ben particolareggiata) alla fine gli permette di ritornare sulla terra, sotto forma di asino, però: come animale accompagnerà cinquant’anni di Cina –all’asino seguirà nel reincarnarsi in toro, maiale, cane, scimmia- raccontandone gli avvenimenti da un singolare punto di vista “bestiale”.
Cambiamenti (Nottetempo) è una sorta di autobiografia in cui Mo Yan si racconta a partire dalla travagliata giovinezza negli anni della rivoluzione culturale fino alla serenità che è venuta a derivare dal successo editoriale. In tutti i suoi libri Mo Yan si pone sempre come storiografo e scrittore, cronista della propria epoca, che non manca di mescere con gli aspetti più mitologici della cultura popolare.