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Ex dipendente Asl suicida con colpo di pistola alla testa: vedova e cognato patteggiano per le armi

27 agosto 2012 | 12:48
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Ex dipendente Asl suicida con colpo di pistola alla testa: vedova e cognato patteggiano per le armi
Ex dipendente Asl suicida con colpo di pistola alla testa: vedova e cognato patteggiano per le armi
Ex dipendente Asl suicida con colpo di pistola alla testa: vedova e cognato patteggiano per le armi
Ex dipendente Asl suicida con colpo di pistola alla testa: vedova e cognato patteggiano per le armi

Antonio e Iose Amerigo condannati a 10 mesi e 20 giorni e 4 mesi. Malgrado l’iniziale ipotesi di suicidio, rimangono ancora diversi gli interrogativi da chiarire e i due: cognato e vedova di Giovanni, rimangono indagati per omicidio volontario.

Hanno patteggiato, stamani, davanti al gup Emilio Varalli, di Imperia, rispettivamente a 10 mesi e 20 giorni di reclusione e a 4 mesi: Antonio e Iose Amerigo, i due fratelli di Costarainera indagati per cessione di arma da fuoco in concorso, in merito alla morte di Giovanni Fassina, l’ex impiegato Asl di 60 anni, deceduto il 6 agosto scorso per le lesioni riportate, il 3 agosto, per un colpo di pistola alla testa.

Malgrado l’iniziale ipotesi di suicidio, rimangono ancora diversi gli interrogativi da chiarire e i due: cognato e vedova di Giovanni, rimangono indagati per omicidio volontario.

Nel corso dell’udienza, e’ emerso che, una trentina d’anni fa, Antonio impresto’ illegalmente l’arma (una pistola calibro 6,35) al cognato Giovanni che l’avrebbe, poi, utilizzata per togliersi la vita; il coinvolgimento della moglie riguarda non solo l’omessa custodia, ma anche il fatto che era a conoscenza dell’illecita detenzione della pistola, senza aver mai detto nulla.

I due restano indagati dal sostituto procuratore di Imperia, Carmelina Addesso, per omicidio volontario. Un atto dovuto per la Procura, in quanto i carabinieri intervenuti subito dopo la sparatoria trovarono entrambi nell’abitazione.

La donna, inoltre, dice di aver esploso un colpo di pistola per sbaglio, dopo aver raccolto l’arma con la quale il marito si era appena suicidato e di aver riposto il bossolo in un cestino della spazzatura. Per chiarire meglio la loro posizione, martedì 11 settembre, davanti ai carabinieri del Ris di Parma prenderanno il via le operazioni peritali sui vestiti dei due indagati e sui referti dello stub, l’ex guanto di paraffina, che serve per trovare tracce di polvere da sparo sulle mani.

Iose Amerigo è comaprsa in giudizio difesa dall’avvocato Loredana Modafferi; Antonio Amerigo era assistito da Giovanni Di Meo.