Assemblea Beni Comuni, Orto liberato Felice Cascione: “Villa Carpeneto deve continuare a vivere”

28 agosto 2012 | 14:40
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Assemblea Beni Comuni, Orto liberato Felice Cascione: “Villa Carpeneto deve continuare a vivere”
Assemblea Beni Comuni, Orto liberato Felice Cascione: “Villa Carpeneto deve continuare a vivere”
Assemblea Beni Comuni, Orto liberato Felice Cascione: “Villa Carpeneto deve continuare a vivere”
Assemblea Beni Comuni, Orto liberato Felice Cascione: “Villa Carpeneto deve continuare a vivere”
Assemblea Beni Comuni, Orto liberato Felice Cascione: “Villa Carpeneto deve continuare a vivere”

“Con pochi mezzi ma molta fantasia ed entusiasmo, malgrado il fatto che non potevamo disporre di luce ed acqua, l’abbiamo resa di nuovo viva dalle nove di mattina a mezzanotte”

Per tutta la giornata di Domenica Villa Carpeneto, gioiello liberty di inizio Novecento che il Comune vuole sciaguratamente alienare per fare cassa è tornata ad essere a disposizione dei cittadini.
Con pochi mezzi ma molta fantasia ed entusiasmo, malgrado il fatto che non potevamo disporre di luce ed acqua, l’abbiamo resa di nuovo viva dalle nove di mattina a mezzanotte.
Prima pulendo e ripristinando il parco giochi sul retro, un grazioso "accampamento indiano" in legno, ancora in ottimo stato malgrado gli anni di abbandono, approposito, portateci i vostri bambini che si divertiranno molto! Poi costruendo, grazie alla consulenza di Cesare Longordo dell’UIC, un semplice "giardino sensoriale" di erbe aromatiche, fruibile anche da persone non vedenti. Alla sera aperitivo lungo con le mitiche pizze fritte di Enza e Mayo, in compagnia della musica dei Cabbage Cafè.

Nel pomeriggio ci siamo riuniti per continuare la discussione sui beni comuni e la resistenza alla devastazione e al furto di territorio, iniziata con le azioni alla Banca d’Italia. All’ombra dei pini secolari settanta persone si sono confrontate con esperienze vicine e meno vicine: dai NoTav terzo valico ai comitati per l’acqua pubblica, dai ragazzi di We are for beat "sfrattati" da villa Grock ai comitati contro l’Aurelia bis e le antenne telefoniche a 20 metri dalle scuole.

Discutendo tra noi abbiamo scoperto una volta di più che queste iniziative non dipendono, come si vuol far credere, dalla sindrome Nimby (non nel mio giardino), ma dalla voglia di riappropriarsi del proprio ambiente e territorio, dall’esigenza di padroneggiare le questioni tecniche e non delegarle a "esperti" tutt’altro che neutrali, dalla consapevolezza che si può e si deve contestare questo modello di sviluppo. L’arduo compito di tentare una sintesi è stato magistralmente svolto da due giornalisti: Marco Preve di Repubblica e Geraldina Collotti del Manifesto.

Dopo questa giornata la nostra rete si è allargata, la nostra consapevolezza e nostre conoscenze sono aumentate, siamo più forti e più felici.
La lotta per riprendersi di quello che ci è stato sottratto da caste più o meno "tecniche" continuerà…

Assemblea dei Beni Comuni
Orto liberato Felice Cascione