Situazione politica a Imperia: le considerazioni di un lettore di Torino

“Per un Torinese che conosce e ama Imperia da oltre 30 anni non stupisce particolarmente la vicenda che vede coinvolto il comune di Imperia. “
Riceviamo e pubblichiamo:
Per un Torinese che conosce e ama Imperia da oltre 30 anni non stupisce particolarmente la vicenda che vede coinvolto il comune di Imperia. Una cosa che mi ha spesso colpito andando per le vie della citta’ e’ la vista di signore con lunghe pellicce di visone e gioielli che passeggiano cosi bardate anche in giornate non particolarmente fredde o invece passando per il porto osservare la presenza di anziani pescatori con l’immancabile berretta di lana e il fare dimesso .
Ecco, questa mi sembra un’immagine emblematica del provincialismo bonario di questa citta’. Mania di grandezza da un lato e anacronistico attaccamento alle consuetudini dall’altro. E’ la rappresentazione delle giunte che si sono susseguite di volta in volta alla guida di Imperia .
La seduta fiume del 12 aprile che ha visto susseguirsi le analisi puntuali delle opposizioni a fronte di una presa d’atto intelligente quanto doverosa del sindaco di fronte alle tragiche conseguenze di una gestione fallimentare del porto turistico, ben evidenzia questa dicotomia che divide e in ultima analisi lacera la politica imperiese impedendo a questa bella citta’ ligure di essere gestita con la necessaria saggezza .
Qualcuno dei consiglieri ha detto bene quando ha individuato non tanto nell’idea del porto turistico quanto nell’attuazione e nella gestione il nodo del problema. Da un lato una giunta di destra, in qualche modo succube di Roma e dei suoi autorevoli rappresentanti e di programmi esageratamente ambiziosi se comparati con le caratteristiche della citta’ , dall’altro una opposizione quasi nostalgica di un passato portuale fatto di pescatori e di navi mercantili e apparentemente poco interessata al futuro e alla crescita del capoluogo . Da qui la necessita’ di recuperare equilibrio e senso della misura : ben venga un porto turistico , ma senza annullare la presenza di un porto antico , ben vengano progetti di innovazione, ma senza svendere la citta’ al potente di turno e anzi creando le premesse che l’innovazione sia occasione di lavoro e di maggior benessere per i cittadini che devono esserne i primi beneficiari. Ora che " la frittata" e’ stata fatta, destra e sinistra devono affrontare un lungo periodo in cui dovranno cercare nel buon senso e nell’equilibrio la strada della ripresa .
Diego Fiore