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Processo sulla ‘guerra del caffè’: è scontro in aula tra il Pm Cavallone e Ingrasciotta /FOTO

16 aprile 2012 | 12:54
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Processo sulla ‘guerra del caffè’: è scontro in aula tra il Pm Cavallone e Ingrasciotta /FOTO
Processo sulla ‘guerra del caffè’: è scontro in aula tra il Pm Cavallone e Ingrasciotta /FOTO
Processo sulla ‘guerra del caffè’: è scontro in aula tra il Pm Cavallone e Ingrasciotta /FOTO
Processo sulla ‘guerra del caffè’: è scontro in aula tra il Pm Cavallone e Ingrasciotta /FOTO
Processo sulla ‘guerra del caffè’: è scontro in aula tra il Pm Cavallone e Ingrasciotta /FOTO
Processo sulla ‘guerra del caffè’: è scontro in aula tra il Pm Cavallone e Ingrasciotta /FOTO

Il Pubblico Ministero dice che l’imputato, nella dichiarazione spontanea, ha fatto “uno show personale”. Ingrasciotta “lei mi sta mancando di rispetto”: si urla e si sbattono i pugni sul tavolo

“Lei ha fatto uno show personale” dice il Pm Roberto Cavallone riferito a Giovanni Ingrasciotta (che aveva da poco terminato di fare la sua dichiarazione spontanea e si accingeva ad essere controinterrogato dal Pubblico Ministero). L’imputato si altera non poco e sbotta “E lei mi sta mancando di rispetto”, dopo di che ne nasce uno scontro che termina solo con l’intervento ‘pacificatore’ del Giudice.

E’ stato questo il momento più teso, oggi in tribunale a Sanremo, di fronte al Giudice Lorenzo Purpura, nell’odierna udienza del processo per tentata estorsione contro l’imprenditore Giovanni Ingrasciotta, l’ex legale rappresentante della Coffee Time di Sanremo, accusato di aver mostrato al suo concorrente Massimo Paravisi (resp. Ivs Italia, socia di maggioranza della DDS azienda concorrente alla Coffee Time) la foto del boss Matteo Messina Denaro, riportata sulla copertina di un vecchio numero del settimanale “L’Espresso”.

Il Giudice Purpura riporta la situazione alla calma dicevamo, ma lo scontro tra imputato e Pm è stato molto duro, con entrambi i coinvolti che battono i pugni sul tavolo. A far scaldare gli animi sarebbe stato il sopracitato riferimento fatto dal Pm Cavallone alle dichiarazioni di Ingrasciotta, troppo infarcite di colore e di considerazioni personali secondo il Procuratore Capo.

Con le voci che riprendono un tono normale, Cavallone inizia il suo controinterrogatorio a Ingrasciotta, ricordando i trascorsi siciliani e i problemi con la giustizia dell’imprenditore, culminati poi con il tentato omicidio subito, dopo il quale Ingrasciotta si trasferì, al nord, cambiò nome e cercò di rifarsi una vita.

Cavallone incalza e chiede all’imputato se conosce alcune persone, tutte legate alla recente cronaca Giudiziaria in Provincia negli ultimi anni. Si tratta di : Giovanni Pellegrino “ lo conobbi durante la campagna elettorale di Minasso” dice Ingrasciotta che poi ammette serenamente di conoscere anche Riccardo Ventre e Gianni Tagliamento, per questioni lavorative inerenti alla vendita di macchinette del caffè.

Il punto su cui gli animi si accendono di nuovo è quello in cui Cavallone chiede a Ingrasciotta come mai non ha sporto denuncia all’epoca del suo famoso incontro con Paravisi e Tartaro, durante il quale lo stesso Ingrasciotta afferma di essere stato vittima di un tentativo di estorsione, ovvero gli sarebbero stati offerti 1milione e 200 mila euro per desistere dalla gara d’appalto con la Asl e ritirare il suo ricorso al Tar.

Ingrasciotta motiva la sua ‘non denuncia’ sostenendo che già nel 2008 aveva presentato un esposto in Procura in cui si denunciavano alcune ‘mazzette’ che la DDS avrebbe dato all’Asl 1 (circa 300mila euro): quella denuncia però, sempre secondo Ingrasciotta, sarebbe stata ‘cestinata’ da Cavallone.

Finito il contro interrogatorio l’udienza è aggiornata al 27 giugno alle ore 11, per l’esame delle persone offese: Tartaro e Paravisi

UN ESTRATTO DALLA DICHIARAZIONE DI GIOVANNI INGRASCIOTTA

LE MAZZETTE ALLA ASL: Mi lamentai dell’appalto che la Asl aveva dato alla DDS, contratto che ritenni ingiusto. Produssi un brogliaccio , a disposizione della Procura, su cui venivano rilevate tutte le irregolarità dell’appalto. Si vociferava che ci fossero 300mila euro di ‘mazzette’. Avvenne nel 2008 ancora prima del mio ricorso al TAR. Dissi alla Procura che disposto a venire a testimoniare che giravano delle mazzette da 300mila euro.

L’INCONTRO DI SERIATE: Ero con l’ing Tetamo. Mi fu detto che non si capiva il mio atteggiamento, che non mi faceva onore il mio comportamento. Mi fu detto che mancavo di rispetto, io.., quando c’erano dei ‘mastruzzi’ tra DDS e ASL. Paravisi mi chiama in disparte e mi offre 800mila euro (tramite IDS) a fronte del mio ritiro del ricorso di fronte al Consiglio di Sato
L’ingegner Tetamo , presente, disse "ho capito bene dott Paravisi? ci state offrendo del denaro per ritirarmi dalla gara d’appalto e quant’altro." Quando paravisi vede rifiutarsi la proposta disse che avrebbe informato Padelli. Tetamo disse:"ci sarà un tribunale che deciderà"
Non mi aspettavo che la Asl andasse insieme con la DDS al consiglio di Stato. Consiglio di Stato che poi ci diede ragione.

SECONDO INCONTRO 17 FEBBRAIO:
. Mi chiesero se potevamo vederci negli uffici di Imperia della DDS a Imperia, ma io dissi
che ci saremmo visti in Coffe Time a Sanremo.

Arrivò Paravisi e Tartaro. Prende la parola Tartaro e mi chiede se ero mai stato trattato male dalla IVS. Mi fu chiesto perchè io avevo smosso tutta la situazione dell’appalto Asl. Mi fu detto anche che erano venuti quella mattina per chiudere quel capito, Io dissi che non capivo. Mi fu replicato che a Seriate mi fu fatta una proposta, che tartaro riteneva immeritevole. Mi fu chiesto perchè avevo informato la procura prima di loro.

Tartaro scrisse su un biglietto la cifra di 1,5 milioni di euro. Io rifiutai con un sorriso. paravisi mi disse che c’era poco da ridere. Tartaro scattò e mi disse se volevo ‘fare il furbo’ e aggiuinse che si sarebbero impegnati fino all’ultimo perchè io non min aggiudicassi la gara d’appalto.

Tartarò mi disse: "mia moglie è un magistrato, stia attento, sappiamo del tuo passato". Io mi arrabbiai e dissi "Mi state minacciando a casa mia" Paravisi capì la situazione e disse a Tartaro di stare calmo. io dissi alla segretaria di accompagnarli fuori. La asl ha un appalto con questi signori da 15 anni pagando una cifra misera.

L’EPISODIO MESSINA DENARO:
E’ un’ aberrante situazione che mi hanno messo addosso. Il nome di questo personaggio non esce da me. Io non posso avere una rivista del 2001 con la foto, mi hanno preso per un giornalaio. Io nel mio ufficio non ho nessuna rivista con Messina Denaro f, non ho mai mostrato una foto a Paravisi e Tartaro. Io ero dalla parte della legge, che motivo avevo di fare quel gesto. Matteo Messina Denaro è stato il mandante del tentato omicidio nei miei confronti.

LA GARA D’APPALTO:
noi presentammo un offerta 430 mila euro. la DDS da 90mila soli euro, guarda caso , si presento con 370 mila. io ho portato dei benefici all’interno dell’ASl. L’appalto complessivo era di 2 milioni all’anno.

LA MICROSPIA NELLA BMW DI INGRASCIOTTA:
Ero andato a testimoniare a un processo. Parcheggiai la macchina e quando ritornai trovai il sedile del passeggero sdraiato. non parlai di microspie, feci notare agli agenti di Ps che erano li come il sedile fosse quasi appoggiato a quello dietro. Non parlai mai di microspie.