Perquisizioni arbitrarie alla Montessori: il 5 giugno c’è l’Appello del pm e delle parti civili

23 aprile 2012 | 10:28
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Perquisizioni arbitrarie alla Montessori: il 5 giugno c’è l’Appello del pm e delle parti civili

Quattro insegnanti dell’istituto Montessori erano accusati di violenza privata e perquisizione arbitraria per aver costretto gli alunni di due classi a spogliarsi, rimanendo in biancheria intima, dopo la sparizione del portafoglio della bidella

Il pubblico ministero Barbara Bresci, ha impugnato in Appello la sentenza di assoluzione, emessa (perché il fatto non costituisce reato) il 4 luglio scorso, dal giudice monocratico Lorenzo Purpura nei confronti dei quattro insegnanti dell’istituto Montessori, di Sanremo, accusati a vario titolo di violenza privata e perquisizione arbitraria per aver costretto gli alunni di due classi a spogliarsi, rimanendo con la biancheria intima, per dimostrare di non aver rubato il portafoglio alla bidella.

Alla richiesta di un secondo grado di giudizio si accoderanno anche le parti civili – una dozzina di genitori in rappresentanza di altrettanti figli – che in primo grado avevano presentato una richiesta risarcitoria di circa 7mila euro ciascuno. La data dell’udienza è stata fissata, al prossimo 5 giugno, davanti alla Corte di Appello di Genova.

Secondo il giudice, infatti, e secondo quanto riportato nelle motivazioni della sentenza, gli insegnanti svolsero l’attività ispettiva, senza rendersi conto dell’offensività delle loro azioni. Vennero assolti: Rosa Giovanna Rossi (la supplente); Piera Pisano, Clara Carbonetto (l’insegnante che avrebbe dato il benestare telefonico a controllare i piccoli studenti) e il dirigente scolastico Fortunato Pannuti, la cui posizione era stata stralciata.

La requisitoria, invece, si era chiusa con tre richieste di pena a 6 mesi di reclusione ciascuna. La vicenda, risalente al novembre del 2005, riguarda le perquisizioni effettuate in un paio di classi, a carico dei giovani alunni, dopo la sparizione di 70 euro dal portafoglio di una bidella, che lo aveva perso nel piazzale della scuola. I bambini, che all’epoca erano iscritti al quarto anno, hanno confermato di essere stati portati a tre/quattro per volta, in bidelleria e di essere stati costretti dalla supplente a spogliarsi per essere perquisiti.

Si tratto’ di ispezioni personali e sulle cose, che avvennero in due distinti momenti: nel refettorio, alla presenza di tutte le classi e in seguito nei confronti degli alunni della classe quarta. La parte civile aveva chiesto 7mila euro di risarcimento a ciascun insegnante.