Bufera sul Porto di Imperia: ecco gli stralci dell’ordinanza di custodia cautelare

9 marzo 2012 | 18:28
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Bufera sul Porto di Imperia: ecco gli stralci dell’ordinanza di custodia cautelare

“Gli indagati nell’inchiesta sugli appalti per la costruzione del porto di Imperia avrebbero procurato, ‘con artifici e raggiri, ingiusti profitti alla societa’ Acquamare srl consistiti …”.

IMPERIA: GIP, SUBAPPALTI FITTIZI A DITTE CALTAGIRONE

Gli indagati nell’inchiesta sugli appalti per la costruzione del porto di Imperia avrebbero procurato, ‘con artifici e raggiri, ingiusti profitti alla societa’ Acquamare srl consistiti nella differenza tra l’ammontare del corrispettivo conseguito dalla committente Porto di Imperia spa – pari al 70% del valore complessivo dell’opera – e i costi effettivamente sostenuti’.

E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Imperia Ottavio Colamartino. Secondo il giudice, ‘e’ stata creata una catena di subappalti fittizi tra societa’ non operative tutte riconducibili a Francesco Bellavista Caltagirone con corrispettivi progressivamente calanti, cosi’ da lucrare sulla mera intermediazione, inducendo in errore la Commissione di vigilanza e collaudo’.

PORTO IMPERIA: PM, DISCRASIA TRA COSTI STIMATI E SOSTENUTI

L’ex direttore generale della Porto Imperia spa, Carlo Conti, oggi in carcere, a suo tempo querelo’ il presidente della  Commissione di vigilanza sui lavori del porto, Roberto Boni, che aveva denunciato alla magistratura le sue perplessita’ sui conti della Porto Imperia. Boni aveva presentato un esposto in Procura sostenendo che esistevano ‘incongruenze per oltre 145 milioni di euro tra la stima del progetto, 29 milioni di euro, e i certificati di pagamento per il costo di opere marittime’.

Per questo esposto il geometra Conti aveva querelato l’ingegner Boni, ma il gip di Imperia ha archiviato la querela sottolineando l’esistenza di una ‘innegabile discrasia’ tra ‘costi asseritamente sostenuti, e quindi privi di giustificazione, e quelli a suo tempo stimati’. Secondo la tesi del pubblico ministero, sposata interamente dal gip di Imperia che ha disposto l’archiviazione, ‘Boni ha
agito nell’adempimento dei propri doveri istituzionali segnalando all’autorita’ giudiziaria le anomalie riscontrate’.