Costo della macchina burocratica: la Liguria tra le regioni più virtuose

In Liguria le spese per il personale sono tra le più basse in Italia. Ultimi gradini invece nel grado di utilizzo di internet tra pubblica amministrazione e imprese liguri
Liguria in contro tendenza per il peso della spesa del personale della pubblica amministrazione sulle tasche delle imprese e dei cittadini. È quanto emerge dall’ultima indagine dell’osservatorio Confartigianato, su dati 2011, sui costi della burocrazia in Italia. In valori assoluti la regione più virtuosa in Italia è proprio la Liguria, dove i dipendenti della pubblica amministrazione costano solo 56 milioni di euro. Come spesa procapite la Liguria si colloca al terzo posto con 34 euro a cittadino, subito dopo Lombardia con 23 e Veneto con 30.
«Fa piacere commentare un dato positivo della nostra regione. – dice Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – Avere un’amministrazione regionale virtuosa è presupposto indispensabile sia per la realizzazione di azioni tese alla semplificazione burocratica sia per liberare risorse a vantaggio del territorio. Il record negativo di utilizzo di internet nel dialogo tra pubblica amministrazione e imprese liguri ci indica invece in modo chiaro il prossimo obiettivo, che deve vedere la Regione e le associazioni in prima linea su questa sfida».
Nel resto d’Italia, sono le regioni a statuto speciale a presentare il conto più salato: i costi del personale per abitante sono quattro volte superiori rispetto alla media nazionale e ammontano a quasi il doppio rispetto a quelle a statuto ordinario: 4.260 milioni di euro contro 2.316 milioni. La Sicilia e il Veneto hanno quasi la stessa popolazione, circa 5 milioni, ma la Sicilia spende circa 12 volte in più del Veneto per le spese di personale: 1.748 milioni contro 150.
La burocrazia in Italia costa 23 miliardi di euro, pari a oltre 5 mila euro per impresa. I costi della burocrazia in Italia pesano sulla bilancia del Pil per ben 10,7 punti percentuali solo per la spesa del personale, in crescita dello 0,4% negli ultimi dieci anni.
Burocrazia sinonimo di ingenti spese, ma non solo: le sue peggiori performance si riscontrano soprattutto nei casi di soluzione giudiziale delle controversie commerciali, nei tempi necessari al pagamento di imposte e contributi, nell�accesso al credito, nelle concessioni di licenze edilizie, nel trasferimento di un’attività immobiliare e nell’avvio di un’impresa. Tutti elementi che collocano il nostro Paese all’87esimo posto della classifica mondiale sulla facilità di fare impresa, redatta dalla Banca Mondiale, e all’ultimo posto tra tutti i maggiori Paesi avanzati. I settori dell’artigianato più “colpiti” sono i servizi alle imprese, le costruzioni, i servizi alle persone e il manifatturiero.
L’eccesso di burocrazia, in crescita negli ultimi due anni secondo le segnalazioni di oltre un milione di artigiani italiani, può essere risolto, in parte, con un utilizzo più efficiente e frequente dell’information tecnology: in Italia è ancora scarsa l’interazione via web tra cittadino e Pa e la Liguria è addirittura al penultimo posto, solo prima dell’Abruzzo, nel ricorso alla piattaforma internet per ottenereinformazioni dai siti (30% degli utenti con più di 14 anni), scaricare moduli (20,9%) e spedire moduli compilati (9,9%). Tra 2010 e 2011, in Italia, solo un’impresa artigiana su 5 ha gestito una pratica via internet, sostituendo la procedura tradizionale, il 19% ha usato il web per l’invio di documentazioni per procedure obbligatorie, ma il 48% non ha usufruito della rete per lo sviluppo dei rapporti con la pubblica amministrazione.