Usura: confermata in Appello l’assoluzione per Giuseppe Bianchi e il suocero Pier Maria Porzio

5 dicembre 2011 | 12:53
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Usura: confermata in Appello l’assoluzione per Giuseppe Bianchi e il suocero Pier Maria Porzio

Il pubblico ministero Marco Zocco, che aveva presentato ricorso in Appello contro l’assoluzione, chiese nella sua requisitoria: 5 anni di reclusione e il pagamento di 12 mila euro per Bianchi e 4 anni e il pagamento di 9 mila euro per Porzio.

La Corte di Appello di Genova ha confermato, stamani, perche’ il fatto non sussiste, l’assoluzione nei confronti del costruttore di Taggia, Giuseppe Bianchi, ex presidente della Camera di Commercio di Imperia e del suocero di lui, Pier Maria Porzio, anch’egli imprenditore, accusati in concorso di usura per un prestito di un miliardo di vecchie lire concesso all’imprenditore Sandro Gasparetto e per il quale avrebbero preteso la restituzione di 1,7 miliardi di lire.

Il 4 maggio del 2010 erano stati entrambi assolti, in primo grado, dal Collegio del tribunale di Sanremo che decreto’, contestualmente, anche il non luogo a procedere (per intervenuta prescrizione) per un altro capo del vasto filone giudiziario per tangenti, quello relativo alle false fatturazioni per 6 miliardi di vecchie lire che Bianchi era stato accusato di aver emesso a favore dell’imprenditore Ghilardi.

L’assoluzione di Bianchi e di Porzio giunse anche in seguito a una memoria difensiva presentata dagli avvocati della difesa: Alessandro Moroni, Giuliano Pisapia e Vincenzo Aicardi, nella quale venivano evidenziati tre particolari importanti: il primo riguardante le contraddittorie deposizioni di Gasparetto in sede processuale; il secondo relativo alla mancata produzione in giudizio di un assegno da un miliardo di vecchie lire, che lo stesso Gasparetto dichiaro’ di aver strappato a favore di Bianchi, a titolo di garanzia del prestito e il terzo sulla mancata produzione della scrittura di conguaglio nella quale venivano quantificati gli interessi del prestito. Il pubblico ministero Marco Zocco, che aveva presentato ricorso in Appello contro l’assoluzione, chiese nella sua requisitoria: 5 anni di reclusione e il pagamento di 12 mila euro per Bianchi e 4 anni e il pagamento di 9 mila euro per Porzio.