Letti & Recensiti: Matteo Moraglia ci parla questa settimana de “La mossa del vescovo”

26 dicembre 2011 | 12:42
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Letti & Recensiti: Matteo Moraglia ci parla questa settimana de “La mossa del vescovo”

“Immaginate uno di quei locali inglesi un po’ fumosi, dove gli avventori vanno più per passare il tempo piuttosto che per una reale esigenza ristoratrice, immaginate anche che uno di questi clienti colga ogni occasione per intromettersi…”.

So bene che non si dovrebbe fare, ma resistere alla tentazione di scartare prematuramente qualcuno dei regali sotto l’albero mi è sempre riuscito impossibile così, qualche sera fa ho spacchettato quello che sembrava –ed in effetti era- un libro e me lo sono gustato anzitempo. Non avrei ammesso questa mia lieve debolezza se non si fosse trattato di un libro davvero piacevole che voglio raccontarvi. (Trattandosi di regalo ricevuto vorrete scusarmi se non vi dico il prezzo…)

La mossa del vescovo
Pelham Grenville Wodehouse
Guanda

Immaginate uno di quei locali inglesi un po’ fumosi, dove gli avventori vanno più per passare il tempo piuttosto che per una reale esigenza ristoratrice, immaginate anche che uno di questi clienti colga ogni occasione per intromettersi nelle altrui conversazioni e tirar fuori un racconto tanto incredibile quanto pieno di una singolare morale: ecco il “Riposo del Pescatore”, dov’è di casa il signor Mulliner, pronto a raccontare a chiunque una delle mirabolanti avventure di uno dei suoi numerosissimi parenti. Attraverso le di lui parole entriamo in un mondo verosimile ma con coloriture tendenti all’assurdo, in cui l’improbabilità degli eventi finisce solo per confermare la singolarità della famiglia Mulliner.

Tra i tanti racconti, che sono sì indipendenti l’uno dall’altro tanto da poter essere letti in ordine sparso, ma tutti legati dal filo conduttore della “Mullinerità”, troviamo Wilfred Mulliner, giovane venditore di prodotti cosmetici (e qui troviamo il gusto del prodotto miracoloso, tanto caro agli imbonitori di inizio ‘900 e sottilmente sbeffeggiato con un umorismo davvero british) che proprio grazie ad una sua creazione trova l’amore e proprio a causa degli effetti nefasti della stessa lo perde per riconquistarlo  sorprendentemente proprio grazie ad un altro rimedio di sua invenzione.

Troviamo poi Augustine Mulliner, brillante curato che riuscirà a salvare il proprio vescovo e a guadagnarsi una promozione. L’alto prelato aveva difatti, in compagnia del preside suo caro amico di studi, in un attimo di follia (procurata dall’ennesimo elisir Mulliner), tinteggiato una statua di rosa. L’indomani, rinsavito, non saprà più come uscire dall’impasse, dal momento che anche la sua mitria è stata ritrovata presso la statua; sarà proprio un altro Mulliner, nipote di Augustine e studente di suddetto preside, ad addossarsi la colpa e a salvare entrambi. Queste e le altre storie rendono il romanzo una galleria di episodi divertenti e piacevoli, condite con un fine umorismo che risulta sempre sagace: insomma, proprio una lettura piacevole.