La Liguria a un passo dallo Small Business Act regionale



Grasso: «Norme necessarie a dare ossigeno alle micro e piccole imprese artigiane del nostro territorio»
La Liguria Regione pilota sul recepimento della direttiva europea
«È una “rivoluzione copernicana” per la nostra realtà produttiva: da oggi anche le piccole e micro imprese sono più che mai al centro delle politiche di sviluppo della Regione». Così Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria, commenta l’approvazione in giunta regionale del disegno di legge che introduce nel sistema legislativo regionale i principi dello Small Business Act. «Il testo di legge porta un nuovo approccio culturale: le Mpi vengono considerate in chiave evolutiva e le azioni di intervento hanno l’obiettivo di ridurre il gap culturale con la media impresa».
Il disegno di legge recepisce la direttiva con cui l’Italia ha attuato la Comunicazione della Commissione Ue del 25 giugno 2008 e della sua riformulazione, approvata lo scorso febbraio 2011, e prende lo spunto da una proposta di legge bipartisan, presentata a marzo dai consiglieri regionali Michele Boffa (Partito Democratico) e Gino Garibaldi (Popolo della Libertà), accogliendo le istanze espresse da tutto il sistema produttivo. Ora il testo si avvicina al varo definitivo con il passaggio in commissione e, successivamente, in consiglio regionale. «La Liguria – dice Grasso – si candida a diventare Regione pilota in Italia per la riforma normativa sullo sviluppo e l’attività delle Mpi». Una volta incassato l’ok dall’assemblea legislativa, infatti, la legge sullo Sba troverebbe la prima applicazione a livello regionale in Italia.
Il provvedimento prevede interventi per la semplificazione normativa e amministrativa, la riduzione degli oneri amministrativi e dei tempi burocratici che gravano sull’impresa, l’uniformazione a livello regionale dei procedimenti relativi all’impresa, l’agevolazione dell’imprenditorialità e l’accesso al credito, la facilitazione nella partecipazione agli appalti pubblici, l’incentivo dell’innovazione, la promozione della green economy come opportunità di business fino all’internazionalizzazione e alle offerte del mercato unico.
«Il recepimento a livello regionale dello Sba – spiega Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato Liguria – è indispensabile dato il diverso grado di sviluppo delle regioni italiane e le nostre peculiarità in termini di modello di sviluppo, diffusione e organizzazione di impresa sul territorio. Nel documento che abbiamo presentato ai candidati alle Regionali 2010 “Costruiamo insieme lo sviluppo della Regione – Le 10 proposte di Confartigianato Liguria”, abbiamo chiesto al primo punto proprio l’attuazione dello Sba regionale, come passo fondamentale che sintetizza le priorità da affrontare in Liguria per lo sviluppo della piccola imprenditoria e dell’artigianato».
Fondamentale è la previsione della semplificazione dei rapporti con la pubblica amministrazione, con particolare riferimento alla richiesta di documentazione e al pagamento dei servizi a 30 giorni.
Innovativa la disposizione che prevede una valutazione dell’impatto delle iniziative di legge sulle micro e piccole imprese. Anche la previsione di forme di coinvolgimento delle micro e piccole imprese localizzate nei territori in cui si effettuano grandi appalti o infrastrutture, mediante la suddivisone dei lavori in lotti o lavorazioni sarà uno strumento di sviluppo per le imprese artigiane, in un momento di grave crisi.
Ma quali saranno gli effetti concreti dello Sba sulla vita delle Mpi? Per esempio, un’impresa edile che decida di partecipare ad appalti pubblici non dovrà più provvedere alla presentazione del Durc (Documento unico di regolarità contributiva), che invece sarà acquisito d’ufficio dalle Pa, attraverso gli strumenti informatici a disposizione, direttamente dagli istituti e dagli enti abilitati al rilascio. Così facendo, si abbattono i tempi e gli oneri a carico delle micro e piccole imprese che spesso rinunciano a partecipare a una gara d’appalto a causa delle lungaggini burocratiche.
Inoltre, la proposta di legge vieta alla pubblica amministrazione di richiedere alle piccole e micro imprese partecipanti ai bandi pubblici qualifiche e requisiti finanziari sproporzionati all’oggetto della gara, cosa che di fatto le taglia fuori.