La sparatoria di Taggia: il pubblico ministero chiede 10 anni e 8 mesi per Rodolfo Maffodda






Successivamente alla discussione del pm ha preso la parola il difensore di Maffodda, l’avvocato Alessandro Moroni e il giudice ha, infine, rinviato a mercoledi’ prossimo, alle 12.30, le repliche con la lettura del dispositivo della sentenza.
Si e’ chiusa con una richiesta di pena a 10 anni e 8 mesi di reclusione, stamani, davanti al gup Grazia Leopardi di Sanremo, la requisitoria del pubblico ministero Marco Zocco al processo contro Rodolfo Maffodda, 54 anni, accusato di tentato omicidio, in quanto fortemente indiziato dell’aggressione avvenuta, il 5 marzo 2010, in via Nuvolone, ad Arma di Taggia (Imperia), dove avrebbe esploso cinque colpi di pistola contro Rosario Gaeta, 59 anni, ferito ad un braccio, mentre si trovava in auto (una Citroen) con il figlio.
Successivamente alla discussione del pm ha preso la parola il difensore di Maffodda, l’avvocato Alessandro Moroni e il giudice ha, infine, rinviato a mercoledi’ prossimo, alle 12.30, le repliche con la lettura del dispositivo della sentenza.
Alla scorsa udienza del rito abbreviato, c’era stato l’atteso scontro di perizie, con il perito balistico della difesa, Paolo Romanini, che avvallava l’ipotesi del conflitto a fuoco, con Maffodda che avrebbe sparato per rispondere al fuoco avversario. Secondo il perito, infatti, alcuni colpi sarebbero stati esplosi dall’auto di Gaeta, in direzione di Maffodda, probabilmente con una pistola a tamburo, che ha trattenuto i bossoli. Di parere contrario il perito del pubblico ministero Marco Zocco, il professor Conti, di Torino.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vicenda sarebbe legata a un episodio in cui Maffodda si sarebbe recato, per conto di un’ex impiegata, presso la yougurteria di un centro commerciale della zona, appartenente alla moglie del figlio di Gaeta, per chiedere del denaro che la giovane reclamava per la fine del rapporto di lavoro.
Lo stesso Maffodda, sarebbe stato cacciato via in malo modo e un paio di giorni dopo sarebbe stato aggredito da due persone che lo avrebbero malmenato. Da qui, sempre secondo l’accusa, avrebbe reagito in questa maniera. In sella a uno scooter Kymco, di colore nero, avrebbe teso un agguato al suo rivale, sparando. Uno dei quali si e’ andato a conficcare contro il muro di una vicina palazzina.