Corruzione e millantato credito: depositata la richiesta di riesame per il giudice Boccalatte



Boccalatte è agli arresti domiciliari (nella sua abitazione di Limone Piemonte, in provincia di Cuneo), mentre a margine della stessa inchiesta sono finiti in carcere: Nicola Sansalone e Leonardo Michele Andreacchio, presunti beneficiari e l’ex autista
L’avvocato Alessandro Moroni, di Sanremo, ha depositato, stamani, la richiesta di Riesame nei confronti di Gianfranco Boccalatte, l’ex presidente del Tribunale di Imperia indagato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari e millantato credito, per aver praticato dei favori, in qualità di giudice, a personaggi ritenuti vicini alla malavita.
Boccalatte è agli arresti domiciliari (nella sua abitazione di Limone Piemonte, in provincia di Cuneo), mentre a margine della stessa inchiesta sono finiti in carcere: Nicola Sansalone e Leonardo Michele Andreacchio, entrambi di origine calabrese, ritenuti i beneficiari dei presunti favori; mentre l’ex autista di Boccalatte, Giuseppe Fasolo, ritenuto il trait-union tra i malavitosi e il giudice, e’ stato raggiunto da una nuova misura in carcere, a Torino, dov’e’ detenuto dal 18 gennaio scorso, quando venne arrestato a margine di una prima tranche investigativa.
Boccalatte e Fasolo sono accusati di corruzione in atti giudiziari e di millantato credito tentato; Sansalone, di millantato credito (consumato e tentato); Adreacchio, di corruzione. In particolare: Boccalatte, Fasolo e Sansalone rispondono, in concorso, di corruzione in atti giudiziari. Dalle risultanze delle indagini, inoltre, emerge la promessa di denaro che Andreacchio ha fatto a Fasolo e Boccalatte, quale corrispettivo dell’impegno del magistrato a redigere un provvedimento a lui favorevole relativo alla proposta della Questura di Imperia di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale nei suoi confronti.
Andreacchio risponde, in conseguenza, dello stesso reato quale corruttore. Sansalone e Fasolo rispondono, in concorso, di tentato millantato credito nei confronti di magistrati in servizio presso il Tribunale della Libertà di Genova. emergono, infatti, contatti con persona detenuta, con progettazione – dietro promessa di compenso – di interessamento di terze persone in grado di influire sulla decisione del Tribunale, per ottenere l’accoglimento di stanza di misura cautelare meno afflittiva.
Nelle 150 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare il gip ha scritto che l’autista di Boccalatte, Giuseppe Fasolo aveva messo su una sorta di "agenzia di assistenza legale". In una intercettazione uno degli intermediari dice: "Non ti credere che queste persone fanno favori gratis, vogliono essere pagati per i domiciliari". E spara anche una cifra: 15 mila euro a testa.