Mercato dei fiori di Sanremo, il grido d’allarme di Ancef: “Ucflor deve programmare e controllare”



“Non si può avere un plateatico assente, una mancanza del controllo di produzione, un’asta inefficente” dice il presidente di Ancef Silvio Bregliano
L’Ancef, Associazione nazionale commercianti e esportatori fiori, è nata nel 1949, "quando Sanremo era il fulcro nazionale, se non addirittura mondiale, dell’esportazione di fiori. Oggi rappresenta, invece, solo l’1.5% del mercato mondiale".
E’ questo il grido d’allarme che ha lanciato, stamane, il presidente dell’Ancef Silvio Bregliano.
"Gran parte della produzione mondiale è oggi spostata in Sud e centro Africa (Kenya, Rhodesia, Tanzania) per motivi climatici, di basso costo della madopera e di spazi a disposizione" spiega Bregliano. "La floricoltura in Provincia, indotto compreso, impiega circa 10 mila addetti, per un totale di 200 milioni di euro di fatturato. Ucflor, o chi per esso, deve dimostrare cosa hanno intezione di fare e di programmare con questo mercato di Sanremo. Non si può avere un plateatico assente, una mancanza del controllo di produzione, un’asta inefficente. Sanremo è stato superato adirritura da Marsala in Sicilia. Sul mercato dei fiori transita una frazione infinitesimale. I produttori hanno più gsranzie, sia di vendita che di pagamenti, portando i fiori direttamente alle aziende, che passando al mercato dei fiori".
Paolo Di Massa, vice direttore Ancef, specifica che il Mercato è stato scavalcato soprattutto nella vendita al grossista. "Bisognerebbe creare un sistema di incasso generale dove l’Ucflor prende i soldi e poi gestisce i pagamenti" suggerisce Di Massa.
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