Comitato Saint Charles concorda sul progetto (Project Financing) per costruzione Nuovo Ospedale

18 giugno 2010 | 08:56
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Comitato Saint Charles concorda sul progetto (Project Financing) per costruzione Nuovo Ospedale

Il Comitato non demonizza il privato anche perché in realtà, la presenza del privato nell’Asl 1 Imperiese esiste, gli stessi che ora pare non la vogliono sicuramente sanno che esistono delle norme di lavoro che lo prevedono

Lette le ultime notizie sui quotidiani sulla sanità ed i suoi servizi della nostra Provincia, nel nostro ambito, che interessano l’Ospedale Saint Charles, nel ribadire le nostre proposte socializzate da sempre; con la presente il Direttivo del Comitato riunitosi il 13/06/2010, dopo un approfondito ed animato dibattito rammenta che, La nostra proposta era e resta:
·    Recupero della quota capitaria spettante, anche per il nostro ambito, dove l’Asl in passato ha effettuato quasi tutti i tagli e le razionalizzazioni;
·    No ad un ospedale unico;
·    Potenziamento dei servizi territoriali:
Più RSA; più Residenze Protette; più ADI; più Ambulatori specifici per la prevenzione, i controlli, per il rilascio certificati per patenti; più centri di riabilitazione di cui uno altamente specialistico; più centri prelievi dislocati nelle vallate.
Mantenimento dei centri i servizi esistenti a Triora, a Pieve di Teco, mantenimento o istituzioni di ambulatori e centri prelievi nelle vallate: Pigna, Dolceacqua, Taggia, Riva, Ospedaletti, Coldirodi, Poggio, Ventimiglia, Diano Marina;
·    Sì alla costruzione di un nuovo Ospedale provinciale ad ARMA di Taggia con DEA di secondo livello e tutte le specialità ad esso collegato, anche con progetto finanziato da privati in (Project Financing) come prospettato dal Dr. Rossi, come da progetto realizzato a Mestre.
Il comitato non demonizza il privato anche perché in realtà, la presenza del privato nella nostra ASL esiste, gli stessi che ora pare non la vogliono sicuramente sanno che esistono delle norme di lavoro che lo prevedono, probabilmente sono coloro che nel passato hanno firmato o votato degli accordi nazionali, regionali, locali, in favore del privato. Nella nostra ASL già da molti anni gestisce i seguenti servizi: (che sono gli stessi che gestiscono per 25 anni i privati che hanno costruito l’Ospedale di Mestre),
 “mense, pulizie, appalto calore e gestione delle caldaie, manutenzione ordinaria – elettrica – idraulica, lavanderia, sartoria, ristoro, giardinaggio, alcuni trasporti interni tutti i trasporti esterni, l’archivio, personale sanitario, personale amministrativo, personale tecnico, Operatori Socio sanitari, addirittura reparti completi (detti reparti in base ai dati risultano reparti e servizi d’eccellenza della ASL, sono quei reparti che producono attrazione ed hanno fatto diminuire i disagi per i viaggi della speranza, le spese sostenute per i pernottamenti i tragitti dei cittadini della nostra provincia)”, naturalmente questi contratti devono prevedere maggior tutele nei confronti dei dipendenti pubblici, ed una organizzazione del lavoro intergrati e non discriminanti nei confronti dei servizi interessati all’integrazione tra pubblico e privato.
Conoscendo alcune norme esistenti degli appalti esistenti, secondo noi alcune norme dovrebbero essere riviste, per esempio stabilire un obbligo alla ditta che vincerà l’appalto di formare il personale già dipendente, il rigoroso rispetto delle norme sugli organici, il rigoroso rispetto delle norme sui tempi di lavoro.
·    Mantenimento delle strutture esistenti alle estremità della Provincia, (Imperia e Bordighera), con specialità di bassa e media intensità, e tutti i servizi ed ambulatori ad essi collegati, dei Pronto Soccorso veri, con OBI, ed attrezzati ad accogliere le urgenze, e le emergenze, per eventuali stabilizzazioni dei pazienti e trasferimenti protetti a Taggia nel nuovo ospedale, se occorre, se non trattabili in sede;
·    Delle Case della Salute nei tre ambiti, non in sostituzione degli Ospedali ma centri ambulatoriali e diagnostici concentrati in uniche strutture.

Per quanto riguarda l’eventuale progetto di dare a privati la realizzazione del nuovo ospedale con un progetto finanziato (Project Financing) come proposto nella deliberazione 230 del mese di marzo dal Direttore Generale della ASL 1 Dr. Rossi, comunichiamo che preferendo la centralità della gestione pubblica di tutti i servizi sanitari,  aprioristicamente non abbiamo nulla contro i finanziamenti di privati, che dovranno garantire e rispondere a standard stabiliti, ed alle norme nazionali e regionali.
Tutto ciò nella consapevolezza che i fondi pubblici negli ultimi anni sono stati spesi prevalentemente nel capoluogo regionale, nel nostro territorio hanno inviato solo briciole, difficile che cambieranno le politiche di distribuzione e dell’iniquità. Se non cambia la musica sappiamo che saranno sempre meno a nostra disposizione.  
Siamo consci dell’organizzazione sanitaria delle Regioni a noi vicine dove esiste una cooperazione tra pubblico e privato convenzionato che funziona, (la Lombardia, il Piemonte, la Toscana, la Francia, Montecarlo) dove i cittadini non saranno certo scontenti dei diversi ospedali privati convenzionati esistenti nelle loro regioni, che li utilizzano e non pagano nulla di più, anzi per gli introiti pagati dalle altre Regioni, (vedi fughe ed attrazioni) pagano meno; non hanno l’addizionale IRPEF, e i TIKETS; dove la maggior parte delle liste d’attesa sono un quarto delle nostre; per alcune TAC ed R.M. addirittura il giorno dopo aver telefonato; non si aspetta più di una settimana per gli interventi chirurgici; luoghi dove dai dati ormai noti a tutti, si concentrano quasi tutte le fughe sanitarie dei Liguri, che sicuramente saranno contrariati per le spese in più che devono sostenere per i viaggi della speranza per avere diritto a quell’assistenza nel più breve termine; regioni che vengono utilizzate anche dai cittadini delle regioni meridionali.
Certo che, non è oro tutto ciò che luccica, rammentiamo per esempio: Santa Rita, San Benedetto, e dei fallimenti di altre realtà private del Lazio e in Abruzzo.
Viste alcune realtà sopra menzionate i controlli dovrebbero essere gestiti direttamente dalle Guardie di Finanza, con un ufficio perenne all’interno dell’ASL.
Che alcune strutture ed alcuni servizi li faranno funzionare sulle dodici, diciotto ore ed anche sulle ventiquattro è auspicabile; per ovvi motivi, ammortizzerebbero i costi delle apparecchiature, ridurrebbero delle liste d’attesa, il tutto dovrà passare inevitabilmente attraverso delle trattative con le OO.SS. per una conseguente riorganizzazione del lavoro ed un aumento degli organici.
Inoltre per una riduzione immediata delle liste d’attesa proporranno, appena possibile, delle liste uniche, (stessa lista, pubblico e privato in libera professione, in base all’ordine d’arrivo della richiesta) prenotazioni in unici sportelli gestite da funzionari ASL, non personalizzate, o prenotazioni dirette dagli ambulatori. Naturalmente il tutto dovrà essere gestito, concordato e controllato in modo intelligente e serio.
Considerato il momento, non vorremmo che tutte queste notizie ci distogliessero e soprattutto diminuissero l’attenzione dei nostri rappresentanti politici eletti in Regione, in Provincia, negli Enti Locali, dalla reale situazione del momento, dai tagli ulteriori preventivati dall’Amministrazione Regionale che pare sia del 3 o il 5%; per noi equivarrebbe a  9 o 15 milioni di euro in meno che aggiunti ai 65 elargiti in meno e  perduti storicamente da almeno 15 anni, in violazione alle norme e dagli accordi Stato-Regioni sulla quota capitaria; gli euro che taglieranno al bilancio ASL ridurranno ulteriormente i servizi resi ai nostri concittadini.
Siamo contrari a tagli indiscriminati in percentuale fissa, senza tener conto delle differenze e dei servizi presenti nei territori, senza distinguere i bilanci virtuosi, da quelli che hanno splafonato da sempre; da quelle Provincie dove esiste di tutto e di più; contrariamente alla nostra ed in particolare nel nostro ambito dove in passato non hanno mai voluto investire seriamente ed equamente come nelle altre realtà della provincia e della Regione Ligure.  
Ed infine non possiamo dimenticarci dei sei Ospedali chiusi, di 2.000 posti letto tagliati, di 1.500 posti di lavoro persi, dei furti avvenuti con le cartolarizzazioni dei beni, hanno venduto i nostri gioielli di famiglia per sanare bilanci di altre Provincie.
Per quanto riguardano le voci ed i progetti di una nuova riorganizzazione sanitaria sperimentale, la stesa non dovrà diminuire i posti letto di altre specialità, ma aumentarli sia a Bordighera a San Remo nonché ad Imperia.

Il progetto di ampliamento del servizio l’estensione ed il potenziamento del servizio di chirurgia protesica d’elezione presso il nostro nosocomio, alla luce dei dati e dei fatti, sarebbe auspicabile, perché già l’esistente si è rilevata una risorsa per tutti, compreso i servizi interessati, ha portato qualità e quantità; ci hanno segnalato però alcune difficoltà organizzative, che andranno risolte nel prossimo contratto, naturalmente il tutto non dovrà andare a discapito della Traumatologia e Ortopedia, della Chirurgia Generale, la nuova organizzazione per garantire spazi necessari alle specialità esistenti, dovrà aumentare i tempi di lavoro della sala operatoria almeno sulle dodici ore, rivedere gli organici degli infermieri, dei medici e del restante personale, dovrà altresì essere aumentato il servizio di fisiatria.

Dopo ampia discussione ed alcune divergenze il Comitato si riserva di esprimere un giudizio più accurato, quando saprà cosa e come verrà potenziato il servizio esistente al Saint Charles.

Il Presidente ed il Vice
Donato Basilii – Claudio Gagliolo