IL RESOCONTO DELL'UDIENZA |
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Delitto Gabriel, udienza conclusa: cambia capo di imputazione. Arrigo: “Ho fiducia nella giustizia”

5 maggio 2010 | 12:23
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Delitto Gabriel, udienza conclusa: cambia capo di imputazione. Arrigo: “Ho fiducia nella giustizia”
Delitto Gabriel, udienza conclusa: cambia capo di imputazione. Arrigo: “Ho fiducia nella giustizia”
Delitto Gabriel, udienza conclusa: cambia capo di imputazione. Arrigo: “Ho fiducia nella giustizia”
Delitto Gabriel, udienza conclusa: cambia capo di imputazione. Arrigo: “Ho fiducia nella giustizia”
Delitto Gabriel, udienza conclusa: cambia capo di imputazione. Arrigo: “Ho fiducia nella giustizia”
Delitto Gabriel, udienza conclusa: cambia capo di imputazione. Arrigo: “Ho fiducia nella giustizia”

E’ stato derubricato, per entrambi, dal gup Fabio Favalli del tribunale di Sanremo, da omicidio preterintenzionale aggravato a maltrattamenti aggravati dalla morte del soggetto, il capo di imputazione/ AGGIORNAMENTI

E’ stato derubricato, da omicidio preterintenzionale aggravato a maltrattamenti aggravati dalla morte del soggetto, il capo di imputazione nei confronti di: Paolo Arrigo, il commerciante imperiese di 25 anni imputato, in concorso con l’ex fidanzata Elizabete Petersone, 21 anni, lettone, dell’omicidio di Gabriel, il bimbo di 17 mesi, figlio di lei, ammazzato di botte, nel maggio scorso, a Imperia.

L’annuncio e’ stato dato, stamani, dal pubblico ministero Filippo Maffeo, nel corso dell’apertura dell’udienza preliminare, nei confronti dei due imputati che verranno processati nelle forme del rito abbreviato, ma in un due procedimenti distinti, in quanto l’avvocato Maurizio De Nardo, legale di Arrigo ha chiesto l’abbreviato condizionato all’escussione del proprio perito di parte, il medico legale Claude Orengo, la cui perizia sembrerebbe scagionare l’imputato e di un ispettore di polizia, al quale Arrigo, due giorni prima del delitto, si sarebbe rivolto per denunciare che la fidanzata picchiava il bambino.

L’avvocato di Elizabete, Oliviero De Carolis ha, invece, optato per l’abbreviato semplice. Saranno, comunque, sempre il gup Fabio Favalli a decidere per entrambi i procedimenti, per i quali sono gia’ state fissate le date di inizio del processo: al 17 settembre per Arrigo e al 6 ottobre per Elizabete. Al 6 ottobre, i due procedimenti dovrebbero essere riuniti, contestualmente alla discussione della Petersone, e non si esclude che possa il processo possa gia’ andare a sentenza.

‘Ho, comunque fiducia nella giustizia’. E’ questa la frase proferita, all’uscita del Palazzo di Giustizia, di Imperia, da Paolo Arrigo, che nel corso dell’udienza, durata circa due ore e mezza, dalle 11.45 alle 14.15, ha ribadito la propria estraneita’ ai fatti, ma senza mai sferrare accuse contro la Petersone, che no ha visto uccidere il piccolo, ma solo picchiarlo, come potrebbe essere ribadito in giudizio dal poliziotto chiamato a testimoniare sulla denuncia ‘verbale’ di Arrigo.

‘Il nostro perito – ha affermato l’avvocato De Nardo – sara’ ascoltato, il 17 settembre, come da noi richiesto, per far si’ che venga chiarito il nostro pensiero. Per quell’occasione, il pm ha chiesto anche di ascoltare il dottor Marco Canepa (che ha realizzato l’autopsia sul piccolo Gabriel, ndr) che non ha mai esaminato le dichiarazioni della Petersone.

Elizabete Petersone avrebbe esercitato maltrattamenti continuati nei confronti del figlio, ma a sferrare il calcio mortale, sarebbe stato Arrigo. Questa, in estrema sintesi, e’ la tesi del pm Filippo Maffeo, che stamani ha annunciato la modifica del capo di imputazione che passa per entrambi da: omicidio preterintenzionale aggravato in concorso, a maltrattamenti aggravati dalla morte del soggetto.

‘Le contestazioni, in astratto sono piu’ gravi, ma in concreto parliamo soltanto dell’aggravante di un reato che prevede come pena massima cinque anni. Questo il commento dell’avvocato di Arrigo, Maurizio De Nardo, alla modifica del capo di imputazione. In astratto, infatti, se prima i due imputati rischiavano una pena massima di 18 anni, oggi il massimo della pena sale a 20 (con la riduzione di un terzo per il rito). Ma secondo il legale della difesa, la morte del soggetto, in questo caso non rappresenterebbe piu’ il reato principale, ma l’aggravante di una condotta reiterata, quella dei maltrattamenti, che prevedono come massimo della pena i 5 anni.

Sottigliezze giuridiche, comunque, che dovranno essere esaminate dal gup. All’uscita del tribunale, l’avvocato De Carolis (che difende la Petersone) ha evidenziato come i fatti dimostrino che sia stato Arrigo a sferrare il calcio (mortale) al piccolo Gabriel e che se di complicita’ si possa parlare, per la sua assistita, questa non puo’ essere altro che psicologica.

Per quanto riguarda gli arresti domiciliari, l’avvocato della Petersone ha comunicato che saranno concessi, anche con il parere favorevole del pm Filippo Maffeo, ma il giudice si e’ riservato di decidere, perche’ prima bisognera’ valutare l’idoneita’ di una struttura ecclesiastica, individuata sopra Poggio di Sanremo, dove la giovane potrebbe essere ospitata.


LA CRONACA DI MATTEO PARODI

E’ terminata alle quattordici, dopo oltre due ore, l’udienza preliminare del processo che vede imputati Paolo Arrigo e Elizabete Petersone per l’uccisione del piccolo Gabriel. Arrigo, accompagnato dai suoi legali, è il primo a lasciare l’aula: alla domanda su come sia andata risponde: <<abbastanza bene, ho fiducia nella giustizia e aspetteremo la sentenza>>, un cronista gli chiede poi se ha rilasciato dichiarazioni spontanee: <<Si ho le ho rilasciate….>>, esita un attimo ed in quel momento intervengono gli avvocati, Nicola Ditta e Maurizio De Nardo: <<adesso non è il caso di dirlo..>>, fanno cerchio verso il loro assistito e lasciano l’edificio.

Poco dopo è la volta della Petersone, la ragazza esce a passo spedito, circondata dagli agenti di custodia, senza rilasciare alcuna dichiarazione. I suo legali però si prestano a rispondere alle domande dei giornalisti: <<per quanto riguarda la concessione degli arresti domiciliari – spiega l’avvocato Oliviero Villars De Carolis – il giudice provvederà a verificare l’idoneità del luogo indicato – un istituto religioso presso il Poggio di Sanremo – e il ritardo nella decisione è dovuto a semplici motivi burocratici, infatti anche il pm Capone è del tutto favorevole>>, tiene a sottolineare il legale.

Inoltre viene data conferma che è stato concesso, sia ad Arrigo che alla Petersone, dal Gup Fabio Favalli, il rito abbreviato con un distinguo però tra i due imputati. Prosegue infatti De Carolis: <<a entrambi è stato concesso il rito abbreviato, noi però senza richieste di carattere probatorio per cui il giudice ha stralciato le posizioni e ci ha rinviato al sei ottobre. La posizione di Arrigo invece verrà trattata in una diversa udienza che è quella del diciassette settembre>>.

Dunque due dibattimenti che corrono ormai separati, seguiti probabilmente da due giudici differenti in quanto quello che emette sentenza per il primo non potrà farlo per il secondo, e che potrebbero riservare novità, soprattutto per quanto riguarda Paolo Arrigo, anche se non è ancora dato sapere quali saranno le nuove integrazioni di carattere probatorio avanzate dai suoi legali.
Ma la vera sorpresa si ha quando si viene a conoscenza del fatto che il capo di imputazione è stato derubricato: da omicidio preterintenzionale a maltrattamenti aggravati dalla morte del soggetto. Non è però chiaro, in termini di pena, cosa questo comporti, infatti l’avvocato alla domanda mirata in tal senso preferisce nicchiare e infine dire che : <<non possiamo sbilanciarci e non mi sembra neanche corretto>>.

Certo è, però, che il legale tende ad alleggerire la posizione della sua assistita caricando quella di Arrigo; infatti, nonostante sottolinei che il capo d’accusa è uguale per entrambi, così si esprime: << E’ fuori di dubbio che Paolo Arrigo viene indicato come colui che ha sferrato il colpo che poi ha causato la morte del piccolo Gabriel e la Petersone invece avrebbe contribuito con un sostegno psicologico>>. Dunque in sostanza, com’era prevedibile, ancora cambiamenti e nessuna certezza in questo gioco di rimpalli di cui lontana sembra la fine. Nel frattempo, aspettiamo la settimana prossima per vedere se verranno concessi gli arresti domiciliari alla Petersone.