Traffico di sostanze dopanti tra l’Italia e la Francia: tutti assolti i 9 farmacisti di Ventimiglia

In tarda mattinata, intorno alle 13, il tribunale collegiale ha letto il dispositico della sentenza, prendendo i canonici novanta giorni per il deposito della sentenza. Il pubblico ministero Marco Zocco aveva chiesto la condanna per tutti.
Il Collegio del tribunale di Sanremo ha assolto, perchè il fatto non sussiste i nove farmacisti di Ventimiglia, accusati a vario titolo di violazione della legge sul doping e somministrazione di medicinali in modo pericoloso, nell’ambito del processo relativo alla maxi inchiesta sul presunto traffico di sostanze dopanti tra l’Italia e la Francia. In tarda mattinata, intorno alle 13, il tribunale collegiale ha letto il dispositivo della sentenza, prendendo i canonici novanta giorni per il deposito delle motivazioni.
Nel corso della requisitoria, il pubblico ministero Marzo Zocco chiese: 2 anni di reclusione e 10mila euro di multa, per Massimo Barbieri e Antonella Rossi (farmacia di Latte); 2 anni e 6 mesi e 20mila euro di multa, per Nicoletta Biancorosso e Anna Morel (farmacia Morel); 2 anni e 3 mesi per Roberto Cavaletti, Anna Maria e Pier Paolo Quaglia (farmacia Quaglia) e 2 anni per Giuseppe Poggio e Claudia Graziosi (farmacia Internazionale). In tutti i casi, la pubblica accusa ha ritenuto gli imputati colpevoli del capo relativo alla violazione della normativa sul doping, assorbendo nello stesso, quello della somministrazione di medicinali in modo pericoloso, mentre ha chiesto l’assoluzione per l’ipotesi di corruzione.
I fatti risalgono al periodo tra il 2003 e il 2004. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, atleti francesi (soprattutto ciclisti, ma anche dei culturisti) si sarebbero rivolti a diversi farmacisti di Ventimiglia, anche attraverso intermediari, per acquistare quantita’ imponenti di farmaci, quali: ‘nandrolone’, ‘testosterone’, ‘boldenone’ e ‘ganabol’. Tutte sostanze che venivano, poi, utilizzate o rivendute in Francia per migliorare le prestazioni sportive.
Le indagini avevano preso le mosse dalla constatazione di uno smercio eccessivo di farmaci con effetti dopanti, che potevano essere rilasciati soltanto dietro precise prescrizioni mediche. Diverse le intercettazioni telefoniche – tra i presunti acquirenti e i farmacisti – dalle quali si sarebbero dovute evincere le ordinazioni di medicinali. Nel corso del procedimento si erano costituiti parte civile: l’Asl e il Coni, quest’ultimo rappresentato a Sanremo dall’avvocato Paolo Borfiga.