Rilancio di Famiglia Cristiana, messaggio di Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei

16 aprile 2010 | 13:27
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Rilancio di Famiglia Cristiana, messaggio di Mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei

“Vorremmo poter essere testimoni di un salto di qualità, che porti a trattare il tema “famiglia” oltre i termini delle politiche sociali: troppo si è lavorato (e si lavora) in maniera assistenziale, intervenendo al più sui bisogni, sul disagio”

In occasione del rilancio di Famiglia Cristiana mons. Mariano Crociata, segretario generale della CEI, scrive a don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, una lettera che sarà pubblicata nel numero della prossima settimana. "Vorrei esprimerle" scrive il Segretario della CEI,  "la condivisione per la scelta contenutistica di ripartire in maniera esplicita dalla famiglia, intesa – per riprendere il suo editoriale – «non come un problema, ma come la principale risorsa del Paese»". E continua: "La famiglia che ci sta a cuore è quella che, quotidianamente, sconta i ritardi di una cultura che ritiene ancora un privilegio la possibilità di conciliare tempi di casa e tempi di lavoro; è quella che paga l’ingiustizia di un carico fiscale che premia il non avere figli e la frammentazione degli individui; è quella che soffre la “distrazione” di una politica che ricorre ai temi della famiglia per lo più in maniera strumentale". "Parole, promesse e intenzioni si misurano sulla concretezza, sulla coerenza e sulla sistematicità che contribuiscono a dare alle politiche familiari", continua Mons. Crociata. E conclude: "Vorremmo poter essere testimoni di un salto di qualità, che porti a trattare il tema “famiglia” oltre i termini delle politiche sociali: troppo si è lavorato (e si lavora) in maniera assistenziale, intervenendo al più sui bisogni, sul disagio e sull’emergenza. Impostare autentiche politiche familiari comporta di agire in maniera preventiva, rispetto al rischio di impoverimento in cui oggi incappa la stessa classe media; di più: richiede l’assunzione di una prospettiva di mediolungo periodo, senza la quale non si riesce a contenere l’insicurezza e la precarietà, che spesso compromettono il progetto di vita familiare di due giovani".

Di seguito il testo completo della lettera  
PRIMOPIANO
QUESTA FAMIGLIA che ci sta tanto a cuore

Il messaggio dei Vescovi per la nuova Famiglia Cristiana
Crediamo nella famiglia e nel ruolo essenziale che essa svolge non soltanto tra le pareti di casa, ma anche a livello sociale, ecclesiale ed economico.

Egregio Direttore,
oltre che complimentarmi per il rinnovamento grafico della rivista da lei diretta, vorrei esprimerle la condivisione per la scelta contenutistica di ripartire in maniera esplicita dalla famiglia, intesa – per riprendere il suo editoriale – «non come un problema, ma come la principale risorsa del Paese».
La famiglia che ci sta a cuore è quella che, quotidianamente, sconta i ritardi di una cultura che ritiene ancora un privilegio la possibilità di conciliare tempi di casa e tempi di lavoro; è quella che paga l’ingiustizia di un carico fiscale che premia il non avere figli e la frammentazione degli individui; è quella che soffre la “distrazione” di una politica che ricorre ai temi della famiglia per lo più in maniera strumentale. Anche per questo il nostro Paese, a fronte di un aumento della speranza di vita, registra un declino demografico, che ne fa il fanalino di coda dell’Europa quanto ad abitanti al di sotto dei 14 anni.
Parole, promesse e intenzioni si misurano sulla concretezza, sulla coerenza e sulla sistematicità che contribuiscono a dare alle politiche familiari. Vorremmo poter essere testimoni di un salto di qualità, che porti a trattare il tema “famiglia” oltre i termini delle politiche sociali: troppo si è lavorato (e si lavora) in maniera assistenziale, intervenendo al più sui bisogni, sul disagio e sull’emergenza. Impostare autentiche politiche familiari comporta di agire in maniera preventiva, rispetto al rischio di impoverimento in cui oggi incappa la stessa classe media; di più: richiede l’assunzione di una prospettiva di mediolungo periodo, senza la quale non si riesce a contenere l’insicurezza e la precarietà, che spesso compromettono il progetto di vita familiare di due giovani.
Crediamo nella famiglia e nel ruolo essenziale che essa svolge non soltanto tra le pareti di casa,ma a livello sociale, ecclesiale ed economico. Su questa frontiera non ci stancheremo come Chiesa di offrire il nostro contributo, a partire dalla condivisione dell’impegno educativo nei confronti delle nuove generazioni.