Un anno fa nasceva “IL PUNTO”, spazio di riflessione sulla vita, sulle attese, su realtà quotidiane

Non ha pretesa alcuna, ma vuol essere una presenza amica che aiuta nel faticoso cammino della vita. Non si preoccupa del numero dei fruitori, anche se è vivo il desiderio di raggiungerne il maggior numero per la volontà di offrire un servizio
Da un anno ogni settimana, e questa è la 53a volta, Il Punto offre uno spazio di riflessione sulla vita, sulle attese, sulla realtà quotidiana entrando con discrezione nelle vostre case tramite Radio Amicizia, Riviera24 e Diocesi24. Non ha pretesa alcuna, ma vuol essere semplicemente una presenza amica che aiuta nel faticoso cammino della vita.
Non si preoccupa del numero dei fruitori, anche se è vivo il desiderio di raggiungerne il maggior numero, non per compiacimento ed orgoglio, ma semplicemente per la volontà di offrire un servizio. Nella frenesia dei nostri tempi è quanto mai preziosa una sosta, quasi un’oasi nel deserto, per un breve momento di riposo, di orientamento e per riprendere con mano salda il timone della propria esistenza. Il continuo agitarsi e prodigarsi per essere efficienti, per rendere di più è una patologia da combattere, perché provoca danni irreparabili all’equilibrio psico-fisico, genera nervosismi, irrequietezze, contese, togliendo ogni gioia e serenità alla vita, che può diventare persino intollerabile.
Fermarsi un attimo, fare il “punto” della situazione può essere un piccolo accorgimento, una risorsa per affrancarsi da questo giogo, per ritrovare i valori, in base ai quali discernere le giuste scelte operative. Nell’attuale società che trasforma anche la solennità dei Santi e il ricordo dei defunti in una ricorrenza carnascialesca con la diffusione della festa di Halloween, sottraendo così una delle poche opportunità di riflessione sui perché e sui fini dell’esistenza umana, non si può tacere sull’insipienza di tale costume.
Ancora una volta il business tende ad occupare ogni spazio a discapito dei profondi bisogni dell’uomo, che vengono emarginati e conculcati. Pensare ai Santi del paradiso è salutare iniezione di speranza, ricordare i defunti è insegnamento a non sprecare la vita in cose inutili e precarie, è sollecitazione a valorizzare in pieno le capacità di crescita personale e di solidarietà sociale, perché guardando la fine della vita si scopre il fine della vita.