Le presunte mazzette di Bianchi ad Adolfo per i lavori alluvionali: il Collegio esamina il perito



I cinque capi di imputazione, che si fondano sulle dichiarazioni di Paolo Gavinelli, ex braccio destro di Bianchi e grande accusatore in questo processo, riguardano alcune gare per l’aggiudicazione di lavori pubblici, per riparare i danni dell’alluvione.
Torna in aula, domattina (martedì 10), davanti al Collegio del tribunale di Sanremo, con la discussione dei capi ‘C, D, E, F e G’, il maxi processo per corruzione, concussione, usura e altri reati, che vede sotto inchiesta dieci anni di edilizia privata nel Comune di Taggia. Imputato è l’imprenditore ed ex presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Bianchi.
I cinque capi di imputazione, che si fondano sulle dichiarazioni di Paolo Gavinelli, ex braccio destro di Bianchi, nonche’ grande accusatore in questo processo, riguardano alcune gare per l’aggiudicazione di lavori pubblici, necessari per riparare i danni verificatisi in seguito all’alluvione del novembre 2000, che secondo l’accusa – sostenuta dai pm Marco Zocco e Vittore Ferraro – vennero illecitamente assegnati alla Bianchi Costruzioni generali srl, grazie ai decisivi interventi dell’allora assessore regionale Vittorio Adolfo, in cambio di tangenti.
Nel corso dell’udienza sara’ ascoltato l’ingegnere Zunino, incaricato di realizzare una perizia per quantificare i lavori dell’alluvione. Ricevute le istruzioni dell’assessore, sempre secondo l’accusa, Gavinelli avrebbe preso diretti contatti con i funzionari degli enti che avevano indetto le gare, indicando loro le imprese da invitare, le quali – da lui preavvertite – ricevuto l’invito, presentavano le offerte concordate o, talvolta, non presentavano alcuna offerta. In alcuni casi, sarebbe stata la Bianchi Costruzioni Generali, ricambiando i favori, a presentare offerte di comodo, in modo da far aggiudicare i lavori alle imprese amiche.