Lavoratrici ed i lavoratori del comparto igiene ambientale in piazza contro il Decreto 135/2009

11 novembre 2009 | 06:40
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Lavoratrici ed i lavoratori del comparto igiene ambientale in piazza contro il Decreto 135/2009

Tale decreto quando entrerà in vigore, se non modificato, porterà le seguenti conseguenze distruzione di anni di politiche di industriali in cui sono cresciute aziende pubbliche e private efficienti.

Il 18 novembre scenderanno in piazza le lavoratrici ed i lavoratori del comparto igiene ambientale contro quanto previsto dall’articolo 15 del decreto legislativo 135/2009. Tale decreto quando entrerà in vigore, se non modificato, porterà le seguenti conseguenze distruzione di anni di politiche di industriali in cui sono cresciute aziende pubbliche e private efficienti, capaci di garantire tutele ai cittadini, diritti ai lavoratori e rispetto per il territorio; frantumazione l’intero ciclo dei rifiuti attraverso il regalo dei profitti degli impianti a pochi e la socializzazione dei costi del settore esclusivamente sui cittadini; privatizzazione selvaggia nel peggiore dei modi del comparto comparto, attraverso la mancanza di regole chiare e senza la garanzia occupazionale e l’applicazione dei contratti nazionali dell’igiene ambientale; ai lavoratori del settore.

Spinge definitivamente la parte debole del comparto, in maniera indiscriminata, nella peggiore deregolamentazione che favorirà esclusivamente pochi speculatori contigui alla zona grigia del sistema rifiuti, attraverso un sistema di gare grave incontrollabile.  La FIT- Cisl di Imperia inoltre evidenzia che questo sciopero è stato indetto a livello nazionale da tutte le organizzazioni sindacali presenti nel comparto, e sarà organizzato con presidi a livello regionale , di conseguenza la nostra organizzazione sindacale rifiuta qualsiasi tipo di strumentalizzazione tentata da altre sigle , come ad esempio il presidio della UILTRASPORTI davanti al comune di Isolabona , che nulla c’entra con le questioni della vertenza nazionale. Ci lascia al quanto perplessi che la più piccola organizzazione fra CGIL-CISL e UIL utilizzi i motivi dello sciopero indetto a livello nazionale come strumento di lotta su questioni locali che nulla centrano.