Concussione a Taggia: torna in aula il ‘Capo L’ del maxi processo. Gilardino imputato chiave

Nella scorsa udienza, infatti, il Collegio del tribunale di Sanremo, aveva accolto la richiesta dei pubblici ministeri, Marco Zocco e Vittore Ferraro, che chiedevano la riqualificazione del reato.
Torna in aula, domattina, il ‘Capo L’ della maxi inchiesta giudiziaria su Taggia, che vede nel mirino della magistratura la gestione di dieci anni di edilizia privata. Imputato chiave e’ l’ex sindaco di Taggia e assessore regionale alle Politiche Agricole, Piero Gilardino, che sara’ processato per concussione e non piu’ per corruzione. Nella scorsa udienza, infatti, il Collegio del tribunale di Sanremo, aveva accolto la richiesta dei pubblici ministeri, Marco Zocco e Vittore Ferraro, che chiedevano la riqualificazione del reato.
La vicenda riguarda l’acquisto di un appartamento che Gilardino, secondo il castello accusatorio, avrebbe acquistato a prezzo nettamente inferiore rispetto al valore di vendita (c’era annesso anche il garage), in cambio di favori politici all’imprenditore, ed ex presidente della Camera di Commercio, di Imperia, Giuseppe Bianchi, coimputato nello stesso procedimento.
Il difensore di Piero Gilardino, l’avvocato Bruno Di Giovanni, ha opposto un’eccezione di incostituzionalita’ ed ha chiesto l’ammissibilita’ di una lunga serie di testimoni, tra cui personaggi di spicco della politica regionale, dell’imprenditoria e esponenti locali delle forze dell’ordine, al fine di sconfessare, se ammessa, la nuova ipotesi accusatoria. Dei circa 24 testi nella lista della difesa, il Collegio ne ha ammessi soltanto quattro: l’imprenditore Sandro Gasparetto e Giuseppe Bianchi, come imputati in procedimento connesso e altri due a scelta della difesa.