Marcello Pera, Viviano Domenici e Giorgio Galli tra gli ospiti della nuova stagione dei Martedì

Come è nella tradizione della rassegna letteraria del Casinò- ricorda Ito Ruscigni, curatore dei Martedì Letterari- che ormai si avvia al traguardo del 28/mo compleanno, proponiamo una serie di scelte culturali stimolanti ed attuali”. IL PROGRAMMA.
Marcello Pera, Viviano Domenici, Giorgio Galli, Giorgio Montefoschi, “La provincia di Imperia” Umberto Galimberti, “Giovanni XXIII – Il pensiero e la memoria”, Cinzia Tani , Adriana Destro e Mauro Pesce costituiscono la rosa dei nove grandi eventi che si svolgono da marzo ad aprile per la stagione primaverile dei Martedì Letterari 2009.
“Come è nella tradizione della rassegna letteraria del Casinò”- ricorda Ito Ruscigni, curatore dei Martedì Letterari- “che ormai si avvia al traguardo del ventottesimo compleanno, proponiamo una serie di scelte culturali stimolanti ed attuali, che permettano riflessioni approfondite sui grandi temi del sapere contemporaneo.”
La rassegna primaverile dei Martedì letterari inizia il 3 marzo nel Teatro dell’Opera del Casinò alle ore 16.30 con Marcello Pera e la sua ultima fatica letteraria: ”Perché dobbiamo dirci cristiani. Il Liberalismo – l’Europa – L’etica” con la partecipazione di S.E. Mons. Alberto Maria Careggio, vescovo di Ventimiglia – Sanremo.
Mondadori pubblica il nuovo libro di Marcello Pera intitolato "Perche’ dobbiamo dirci cristiani" . All’inizio dell’opera e’ riportata una lettera di Papa Benedetto XVI a Marcello Pera in cui il Santo Padre commenta i temi oggetto del libro.
Caro Senatore Pera,
in questi giorni ho potuto leggere il Suo nuovo libro Perchè dobbiamo dirci cristiani. Era per me una lettura affascinante. Con una conoscenza stupenda delle fonti e con una logica cogente Ella analizza l’essenza del liberalismo a partire dai suoi fondamenti, mostrando che all’essenza del liberalismo appartiene il suo radicamento nell’immagine cristiana di Dio: la sua relazione con Dio di cui l’uomo è immagine e da cui abbiamo ricevuto il dono della libertà. Con una logica inconfutabile Ella fa vedere che il liberalismo perde la sua base e distrugge se stesso se abbandona questo suo fondamento. Non meno impressionato sono stato dalla Sua analisi della libertà e dall’analisi della multiculturalità in cui Ella mostra la contraddittorietà interna di questo concetto e quindi la sua impossibilità politica e culturale. Di importanza fondamentale è la Sua analisi di ciò che possono essere l’Europa e una Costituzione europea in cui l’Europa non si trasformi in una realtà cosmopolita, ma trovi, a partire dal suo fondamento cristiano-liberale, la sua propria identità. Particolarmente significativa è per me anche la Sua analisi dei concetti di dialogo interreligioso e interculturale.
Ella spiega con grande chiarezza che un dialogo interreligioso nel senso stretto della parola non è possibile, mentre urge tanto più il dialogo interculturale che approfondisce le conseguenze culturali della decisione religiosa di fondo. Mentre su quest’ultima un vero dialogo non è possibile senza mettere fra parentesi la propria fede, occorre affrontare nel confronto pubblico le conseguenze culturali delle decisioni religiose di fondo. Qui il dialogo e una mutua correzione e un arricchimento vicendevole sono possibili e necessari. Del contributo circa il significato di tutto questo per la crisi contemporanea dell’etica trovo importante ciò che Ella dice sulla parabola dell’etica liberale. Ella mostra che il liberalismo, senza cessare di essere liberalismoma, al contrario, per essere fedele a se stesso, può collegarsi con una dottrina del bene, in particolare quella cristiana che gli è congenere, offrendo cos� veramente un contributo al superamento della crisi. Con la sua sobria razionalità, la sua ampia informazione filosofica e la forza della sua argomentazione, il presente libro è, a mio parere, di fondamentale importanza in quest’ora dell’Europa e del mondo. Spero che trovi larga accoglienza e aiuti a dare al dibattito politico, al di là dei problemi urgenti, quella profondità senza la quale non possiamo superare la sfida del nostro momento storico. Grato per la Sua opera Le auguro di cuore la benedizione di Dio.
Benedetto XVI
Marcello Pera
Nasce il 28 gennaio 1943 a Lucca. Laureato in Filosofia è professore incaricato all’Università di Pisa e Catania.
Attività Parlamentare
Coordinatore della "Convenzione per la riforma liberale" (1995)
Senatore della XIII legislatura per la lista "Polo delle Libertà", Collegio 9 Toscana (Lucca) (1996-2001)
Vice Presidente del Gruppo di "Forza Italia" (1996-2001)
Membro della VII Commissione Permanente (Commissione Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) nella XIII legislatura (dal 30 maggio 1996 al 14 marzo 1997)
Membro della II Commissione Permanente (Commissione Giustizia) nella XIII legislatura (dall’11 dicembre 1997 fino a fine legislatura)
Membro della Commissione parlamentare per le Riforme costituzionali (dal 4 febbraio 1997 a fine lavori della Commissione)
Membro del Comitato di Presidenza di "Forza Italia"
Responsabile del Dipartimento Giustizia di "Forza Italia"
Presentatore di 10 disegni di legge come primo firmatario
Presentatore di 46 disegni di legge come cofirmatario
Presentatore di 91 interrogazioni e interpellanze
Rieletto nel Collegio 9 Toscana (Lucca) alle elezioni del 2001 per la XIV legislatura nella lista "Casa delle Libertà"
Eletto Presidente del Senato il 30 maggio 2001
Rieletto senatore alle elezioni del 2006 per la XV legislatura nelle liste di Forza Italia
Rieletto senatore alle elezioni del 2008 per la XVI legislatura nelle liste del PdL
Il 10 marzo Viviano Domenici presenta il libro:” Alla ricerca di sette meraviglie. Reportage dal mondo degli uomini”. La conferenza, introdotta da Ito Ruscigni, prevede la proiezione di un documentario.
Nel 2002 Viviano Domenici viene invitato dalla direzione del Corriere della Sera a scegliere sette mete per altrettanti reportage: l’idea è quella di andare alla scoperta delle nuove meraviglie del mondo. Una scelta non facile, pensando a quelle "vecchie", ma comunque guidata da un criterio preciso: dovevano essere luoghi di per sé stupefacenti, in cui l’uomo avesse lasciato una traccia altrettanto stupefacente. Ecco allora il Grande Viaggio: dall’arte preistorica del Sahara alla metropoli maya di Calakmul, dai villaggi di fango dei Dogon in Mali, alle case-barca dei Toraja in Indonesia, dai "camini delle fate" scavati nella roccia della Cappadocia alle città-grattacielo degli Anasazi in Arizona, a Persepoli e a Bam, in Iran, dove fu girato "Il deserto dei Tartari". Mete speciali raccontate con la curiosità del giornalista e la competenza dell’esperto, in un libro per scoprire, imparare e, naturalmente, meravigliarsi. Sette capitoli, con fotografie, dedicati a sette meraviglie del mondo, con un approccio antropologico e raccontate con la passione e l’abilità di un grande giornalista. Sette luoghi che rappresentano altrettanti apici di civiltà raggiunti dall’uomo, monumenti che celebrano grandi comunità.
Viviano Domenici – Giornalista, responsabile per decenni delle pagine scientifiche del Corriere della Sera, ha seguito numerose spedizioni di ricerca paleontologica e antropologica nei cinque continenti. Ha pubblicato monografie a carattere storico-archeologico, ottenendo diversi premi e riconoscimenti.
Il 17 marzo Giorgio Galli illustra il suo libro:” La Russia da Fatima al Riarmo atomico. Politica ed esoterismo all’ombra del Cremlino”. Introduce l’autore Fernando Mezzetti.
Mosca, agosto 1991. Un "comitato d’emergenza" cerca di rovesciare Mikhail Gorbaciov. I carri armati sferragliano per le strade, il mondo trattiene il fiato, finché interviene Eltsin che, con un magistrale coup de theatre, sventa il putsch militare, liquidando contemporaneamente Gorbaciov. Fu vera gloria? No, in realtà si trattò di una colossale truffa politico-mediatica, un falso golpe organizzato dallo stesso Eltsin per sbriciolare il Partito comunista e, con la scusa delle riforme liberal-democratiche, lanciare verso il Cremlino una nuova leva di autocrati, tutti legati a filo doppio al Kgb e al neo-capitalismo rampante.Tra costoro c’era anche un giovanotto di buone speranze e metodi piuttosto disinvolti. Di nome Vladimir Putin, farà molta strada. Russia, inverno 2007. Il regime di Putin è ormai una realtà consolidata. Mentre si attendono le elezioni presidenziali del marzo 2008, l’antica patria dei Soviet si propone agli occhi del mondo come inquietante ibrido tra Stato autoritario e consorteria capitalistica allo stato puro. Benedetto dalla Chiesa ortodossa, lo "zar Vladimir" gestisce il potere con metodi polizieschi che imbarazzano le cancellerie europee. Eppure, malgrado le proteste per la costante violazione delle libertà civili, l’Occidente è costretto a misurarsi con l’aggressiva Russia putiniana, alla ricerca di una possibile coabitazione geo-politica.
Giorgio Galli, docente di Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Milano, è uno dei maggiori politologi italiani. Oltre a classiche indagini di scienza politica, incentrate soprattutto sulla recente storia politica italiana, come Storia del partito armato (1986), Storia dei partiti politici europei (1990), I partiti politici italiani (1991), Mezzo secolo di Dc (1993), tutti pubblicati da Rizzoli, e a un’intensa attività di commento giornalistico svolta in varie sedi e in particolare attraverso il settimanale "Panorama", Galli ha intrapreso ricerche più complesse e originali sull’intreccio fra vicende e dottrine storico-politiche e una serie di tradizioni e culture che il moderno ha più o meno relegato nel grande contenitore dell’irrazionale o del pre-razionale. Dopo il grande affresco storico di Occidente misterioso. Baccanti, gnostici, streghe, i vinti della storia e la loro eredità (Rizzoli 1987, ripubblicato aggiornato nel 1995 da Kaos Edizioni col titolo Cromwell e Afrodite. Democrazia e culture alternative), Galli ha prodotto lavori più delimitati ma non meno suggestivi come Hitler e il nazismo magico. Le componenti esoteriche del Reich millenario (Rizzoli 1989), Politica ed esoterismo alle soglie del 2000 (con Rudy Stauder, Rizzoli 1992), Le coincidenze significative. Dalla politologia alla sincronicità (Solfanelli 1992), Noi e le stelle. L’astrologia verso il 2000 nelle lettere ad "Astra" (con Rudy Stauder, Rizzoli 1994), La politica e i maghi. Da Richelieu a Clinton (Rizzoli 1995), fino ad Alba magica. Le elezioni italiane e il New Age della scienza politica (con Giuliano Boaretto, Edizioni della Lisca 1996).
Il 24 marzo “Le due ragazze con gli occhi verdi” è l’opera di Giorgio Montefoschi che verrà introdotta da Ito Ruscigni sempre nel Teatro dell’Opera del Casinò alle ore 16.30
L’eros, inteso come attrazione dei corpi e dell’anima che non conosce regole e confini, è il grande protagonista di questo romanzo, che a molti potrà parere inverosimile e invece è custode di una profonda verità. Pietro e Laura si sono amati da ragazzi. Poi, lei lo ha lasciato. Si rivedono, casualmente, dopo vent’anni, e di nuovo scoppia una passione travolgente. Ma Pietro è un uomo solo, Laura è sposata e madre di due figli. La vita è andata troppo avanti per il loro amore: in pochi mesi, i sensi di colpa e un evento drammatico chiudono definitivamente la vicenda. Dieci anni più tardi, Maria, la figlia maggiore di Laura, incontra Pietro: anche lei casualmente. È identica a sua madre: ha la sua voce, i suoi occhi. Presto consapevole che la ragazza si sta innamorando di lui, Pietro è sconvolto: diviso tra la tenerezza che Maria gli ispira e la nostalgia per la perdita dell’unica donna che ha amato, da cui non è mai riuscito a liberarsi. È un dissidio profondo, in cui ancora una volta il senso della colpa fronteggia la tentazione.
Giorgio Montefoschi, nato a Roma nel 1946, è romanziere e critico letterario. Si è laureato in Lettere, con una tesi sul romanzo di Elsa Morante "Menzogna e Sortilegio" e collabora da vari anni alle pagine culturali del "Corriere della Sera".
Negli anni ’70 frequenta assiduamente Achille Campanile per motivi di lavoro: aveva avuto l’incarico di seguire l’attività editoriale del celebre umorista per conto della Rizzoli, la casa editrice per quale Montefoschi pubblicherà la maggior parte delle sue opere.
L’esordio come romanziere risale al 1974 con "Ginevra" (Rizzoli). Col prosieguo della sua attività letteraria si aggiudica vari riconoscimenti: nel 1994 vince il Premio Strega con "La casa del padre" (Bompiani); nel 1999 il Premio Fregene con "Non desiderare la donna d’altri" (Rizzoli); nel 2003 il Premio Mondello con "La sposa" (Rizzoli). Nei suoi libri spesso ama descrivere ed evocare i luoghi di Roma: le strade, i quartieri, quegli interni borghesi dove lo scrittore continua preferibilmente ad ambientare le sue storie.
Per la televisione realizza documentari di viaggio in India, Israele, Africa e Spagna. Queste esperienze diventano anche materia letteraria, ad esempio con pubblicazioni come "Dove comincia l’Oriente"£ (2003), ricordi narrativi che abbracciano quasi vent’anni della sua carriera. Montefoschi ha infatti sempre sentito l’esigenza del viaggio, mossa da una ricerca spirituale e da una grande curiosità per la riscoperta del nostro passato, in un’alternanza fra rinnovamento e nostalgia. Il suo luogo di viaggio preferito è l’India, per la ricchezza di spiritualità di questo paese.
Sempre per il piccolo schermo, insieme a Giovanni Minoli ed Aldo Bruno è autore, dal 1987, di “Mixer cultura”, programma basato su incontri/scontri fra noti intellettuali come in un vero processo, con tanto di sostenitori e detrattori, amici e nemici.
Come critico letterario ha commentato o tradotto le edizioni di vari scrittori classici e contemporanei, come Platone, Thomas Hardy, Edgar Lee Masters, John Updike, Arthur Koestler, Alberto Moravia.
Il 31 marzo in collaborazione con Confindustria Imperia verrà presentato il libro:” La provincia di Imperia. Monografia dell’anno 1932.” Interverranno: Sandro Cepollina, presidente Confindustria Imperia, Alberto Alberti, Past Present Confindustria Imperia, Paola Massa, Preside facoltà Economia Università di Genova, Maria Teresa Verda Scajola, storico dell’Arte e del Territorio. Verrà proiettato un documentario.
L’opera
Il 7 aprile Umberto Galimberti terrà la conferenza su “Le orme del Sacro”.
Umberto Galimberti, Orme del sacro. Il cristianesimo e la desacralizzazione del sacro
Orme del sacro” è una delle più note ed apprezzate opere divulgative del filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti. L’oggetto dell’indagine è il “sacro” che l’autore mette in relazione a concetti chiave della filosofia: la religione, il mito, la morale, l’etica e la storia. Le fonti di cui si serve sono quelle di Ippocrate, la Bibbia, Rousseau, Nietzsche, Freud, e altri autorevoli intellettuali, e su queste basi elabora e presenta un’idea originale, osservando come ai nostri giorni sia la Tecnica – intesa come luogo della razionalità assoluta – ad essere divenuta il tratto comune e caratteristico dell’Occidente e non più la Religione. E’ la tecnica che ha messo in discussione, più in profondità di qualsiasi rivoluzione, il senso del sacro e la percezione di Dio.
«Da simbolo di un significato trascendente, la natura è divenuta cosa, puro materiale per la costruzione dell’artificiale»
La ragione è un’isola nel mare dell’irrazionale» (Kant), e da quell’isola il mondo viene letto con gli occhi matematici che ne permettono il dominio e la manipolazione tecnica. Così, tutto ciò che sfugge allo sguardo circostanziato della scienza in quanto non-sperimentabile, non-manipolabile, “inutile”, svanisce.
Il medico vedrà allora disfunzioni e non sofferenze, e dove dirà corpo intenderà, come Cartesio, un congegno in cui gli organi si tengono come leve d’un meccano: orologio in cui l’anima è confinata e ridotta a sua volta a carne per specialisti del cervello e dei suoi intrichi biochimici.
«Se così è, vien da pensare che, prima di essere una posizione filosofica, il nichilismo è il risultato dello sguardo scientifico, che ogni volta che guarda un uomo vede un nient’altro che».
Tutto ciò che sborda dal “nient’altro” che la scienza delimita e indaga, è il “mare” che la ragione non può percorrere se non perdendosi (vedi V. Odifreddi Il vangelo secondo la scienza). È l’oceano sconfinato del sacro, al quale «non appartengono solo le creature soprannaturali, i mostri di ogni tipo, i morti, ma anche la natura per quel tanto che è estranea alla cultura, quindi gli istinti, le pulsioni, le passioni, le malattie».
Ma in tutto ciò la tecnica, richiedendo la sconsacrazione del mondo per farne sua materia prima, trova solo limiti da sfondare (Conrad). Questo il fatto essenziale: dopo di che, «l’uomo tolto alle manette del sacro può fare soltanto quello che sta facendo» (Ceronetti). Il mondo viene così confiscato, e il deserto che avanza (Nietzsche), da metafora d’una condizione dell’essere, si fa diagnosi brutale dell’ecosistema della Terra.
Così stanno le cose. Già in E ora? Galimberti chiariva che è dei filosofi «descrivere il mondo e non giudicarlo».
Il 14 aprile nell’ambito del cinquantenario del concilio vaticano II” si terrà il convegno con proiezione del film-dossier “Giovanni XXIII- Il pensiero e la memoria”. Intervengono: Salvatore Nocita, Marco Roncalli, Nicola Salvi, Elisabetta Sola. Presenta Ito Ruscigni.
Il 21 aprile Cinzia Tani presenta il libro:” Lo stupore del mondo”
Il 28 aprile Adriana Destro e Mauro pesce illustreranno il volume:” L’uomo Gesù.”
L’ingresso nel Teatro dell’Opera del casinò è libero sino ad esaurimento dei posti disponibili.