Il testo dell’Omelia di Mons. Giacomo Barabino alle esequie della sorella Palmira

23 febbraio 2009 | 15:04
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Il testo dell’Omelia di Mons. Giacomo Barabino alle esequie della sorella Palmira

“E’ stata per me un autentico dono e aiuto della Provvidenza, anche per il mio ministero”

"La Parola di S. Paolo, che abbiamo ascoltato, evidentemente suppone la fede e noi l’abbiamo ascoltata pensando alla fede, semplice e profonda che ha costantemente guidato, incoraggiato, sostenuto, animato e illuminato una vita di molta preghiera, di silenzio, di equilibrio, di fatica, di sacrificio e di dedizione: la vita di questa nostra sorella.
Proprio la fede rivela la giusta dimensione della vita, per questo il Signore ce la dona nel Battesimo con la prospettiva dell’aldilà, accompagna la nostra vita, aiutandola ad affrontare le inevitabili prove e difficoltà che comporta il nostro vivere.
E’ la luce che ha iluminato tutta la sua vita e noi l’abbiamo conosciuta nel suo impegno di continua attività, sempre, senza perdere tempo, senza vacanze: svelta, sbrigativa, non ha perduto nulla della sua vita.
Una vita alimentata dalla Grazia del Signore, anche facilmente lavorando nel Santuario della Madonna della Guardia.
Lavorare affinchè io potessi studiare e diventare sacerdote.
"La sua vita, dono di Dio, vissuta per amare gli altri, per formare noi più piccoli, per aiutare, sostenere e assistere i genitori, offrendo agli altri una testimonianza più preziosa ed efficace dei discorsi.
Una vita vissuta faticando e pensando agli altri, una vita offerta, a volte sofferta, ma donata e vissuta per gli altri, prima per noi piccoli, poi per gli anziani genitori… E poi con me, in servizio per vocazione, per fare della mia vita un servizio agli altri.
L’abbiamo fatto e vissuto insieme, condividendo ogni momento pienamente.
Vita sostenuta, confortata, supportata dalla fede, sempre serena, anche nei momenti più difficili. Abbiamo vissuto così ben 35 anni, e con Lei mi sentivo sostenuto e accompagnato da molta preghiera.
Una vita donata nel silenzio, condividendo gioia e sofferenza: noi due soli e quindi più liberi giustamente, anche per non obbligare Lei ad adattamenti non sempre facili nella vita di famiglia… Se io ero assente mi faceva ottimamente anche da segretaria. Mai entrata in questioni che riguardavano il mio servizio… Se si accorgeva di mie sofferenze pregava, per aiutarmi nel modo migliore. Gentile, cordiale, aperta alle relazioni, ma sempre riservata: poche parole e un sorriso per tutti.
E’ stata per me un autentico dono e aiuto della Provvidenza, anche per il mio ministero.
Per tutto questo che abbiamo ricordato, noi fratelli, sorella, cognata, nipoti e pronipoti, ci sentiamo pieni di serenità e, accogliendo le parole di S. Paolo, noi la presentiamo con fiducia al Signore, ben sapendo che abitiamo nel corpo, ma come in esilio: lontani dal Signore camminiamo nella fede, cercando il senso giusto delle cose che viviamo, ma pieni di fiducia, viviamo cercando di essere graditi a Lui, per poi abitare presso il Signore per sempre. Noi ne siamo testimoni.
Anche il Vangelo che abbiamo ascoltato, in questo momento, è per noi: sono le parole di Gesù dette ai suoi Apostoli nel momento difficile della Passione: "Non sia turbato il vostro cuore… Abbiate fede in Dio e anche in me…".
Queste parole assicurano anche a noi in questo momento, la Sua comprensione, la Sua amicizia nel dolore.
Lui sapeva cosa occorre nella nostra vita, Lui è andato avanti a prepararci un posto e ci dice ancora: "Io tornerò e vi prenderò", per stare con Lui e con i nostri cari.
In questo momento, noi sentiamo profondamente la verità di queste parole, e ci confortano perchè Lui è la verità, quella di cui abbiamo bisogno per continuare con fiducia la nostra preghiera e la nostra vita.
"

+ Mons. Giacomo Barabino