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Giovanni Vassallo scrive in merito al trasferimento del Centro “La Talpa e L’Orologio”

28 febbraio 2009 | 09:08
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Giovanni Vassallo scrive in merito al trasferimento del Centro “La Talpa e L’Orologio”

“L’altra sera in Comune abbiamo parlato con gente preoccupata, ma ragionevole. Molte delle preoccupazioni derivano da un’errata e insufficiente conoscenza di cosa la Talpa è e fa veramente”

Gentili Amministratori
colgo l’occasione del vostro comunicato sul trasferimento della Talpa a Barcheto per proporre alcune riflessioni e precisazioni. Voi dite: " Gli abitanti di Barcheto hanno ragione a lamentarsi per questa decisione forzata indotta dalla Regione senza alcuna consultazione. Non è questo il metodo per trovare soluzioni che non suscitino risentimenti o sollevazioni."
Resto perplesso in quanto neppure il precedente accordo da voi firmato davanti al Prefetto che prevedeva il trasloco a Caramagna era stato preventivamente discusso con gli abitanti di quel rione, se i residenti  di Barcheto sono stati trattati come cittadini di serie B di che serie sono gli abitanti di Caramagna? Nello stesso comunicato chiedete ai frequentatori del centro di domandarsi "perchè ogni qualvolta si parla dello spostamento in un posto qualsiasi si verifica una sollevazione da parte degli abitanti". E’ una domanda stimolante e rispondo volentieri: a noi succede quello che è successo a cose diversissime come la Casa della Carità di Oneglia, le discoteche del Prino, e, se non ricordo male, la comunità terapeutica di Villa Fanny e la moschea dei turchi alla Fondura, e questo solo per restare ad Imperia. Il fatto è che a furia di chiamare "buonismo" la solidarietà sociale e a battere la grancassa sui temi della "sicurezza" e del "degrado" si è arrivati al punto che una parte della società vive i propri bisogni e le proprie esigenze come assolute e non mediabili con quelle degli altri. Chi acquista una casa in un posto pretende anche il diritto di veto su quello che viene istallato nel raggio di tot chilometri dalla sua abitazione. E’ quello che negli Usa chiamano "principio NIMB" (Not In My Backyard), qualunque cosa , ma non nel mio giardino. Ogni politico con un minimo di senso della Stato ha il
preciso dovere di battersi senza quartiere contro questa mentalità che colpisce al cuore ogni possibile convivenza civile. Questo
atteggiamento  nella fattispecie, non è di tutti gli abitanti di Barcheto, ma solo di un parte e di chi li strumentalizza a fini elettorali. L’altra sera in Comune abbiamo parlato con gente preoccupata, ma ragionevole. Molte delle preoccupazioni derivano da
un’errata e insufficiente conoscenza di cosa la Talpa è e fa veramente, altre derivano da questioni logistiche del tutto risolvibili con il dialogo e la trattativa. Confidiamo nel fatto che, come Amministrazione, vogliate fare, finalmente, la vostra parte per favorire l’uno e l’altra.

Giovanni Vassallo