Studentesse “terribili” rapinavano le loro coetanee e con i soldi acquistavano trucchi e ricariche

24 gennaio 2009 | 11:26
Share0
Studentesse “terribili” rapinavano le loro coetanee e con i soldi acquistavano trucchi e ricariche
Studentesse “terribili” rapinavano le loro coetanee e con i soldi acquistavano trucchi e ricariche
Studentesse “terribili” rapinavano le loro coetanee e con i soldi acquistavano trucchi e ricariche
Studentesse “terribili” rapinavano le loro coetanee e con i soldi acquistavano trucchi e ricariche
Studentesse “terribili” rapinavano le loro coetanee e con i soldi acquistavano trucchi e ricariche
Studentesse “terribili” rapinavano le loro coetanee e con i soldi acquistavano trucchi e ricariche

Le ragazzine adescavano le loro vittime, in piazza San Giovanni, a Oneglia. Una volta individuate le obbligavano a seguirle nella vicina galleria Isnardi e, complice il buio, sotto la minaccia di botte, si facevano consegnare i soldi.

Due studentesse imperiesi di 15 e 16 anni (A.P. e V.C.) che rapinavano le ragazzine piu’ giovani per comprarsi ricariche telefoniche e trucchi alla moda, sono state denunciate alla Procura dei Minori dai carabinieri di Imperia. Sono accusate di rapina continuata in concorso. Tre i casi per ora accertati, ai danni di due ragazzine di 12 anni e una di 14. Le ragazzine adescavano le loro vittime, in piazza San Giovanni, a Oneglia. Una volta individuate le obbligavano a seguirle nella vicina galleria Isnardi e, complice il buio, sotto la minaccia di botte, si facevano consegnare il denaro. A due di loro erano riuscite a portare via 35 euro; alla terza 30 euro.

I carabinieri stanno, ora, accertando altri tre casi dubbi, ma non si esclude che le due ‘terribili’ studentesse (cosi’ come sono state definite) abbiano messo a segno altre rapine. In tutti i casi obbligavano le loro vittime a tenere la bocca cucita. Portate dietro l’angolo dicevano: ‘Dammi i soldi o ti spacchiamo la faccia’. Le ragazzine, intimorite, svuotavano le tasche e si allontanavano rassegnate.

Sembra che la piu’ grande delle due baby-rapinatrici – con un piccolo precedente per furto – in un’occasione, sia riuscita addirittura a prevaricare un suo coetaneo, costringendolo a imprestargli il telefonino cellulare per effettuare delle chiamate. I carabinieri, coordinati dal capitano Antonio Angiulli, hanno scoperto questi episodi, nel corso di un’altra attivita’ investigativa. Anzi, le tre ragazzine rapinate, in un primo tempo, negavano. C’e’ voluta una grossa opera di convincimento per farle ammettere i fatti e incastrare le due studentesse, tutte tra l’altro di buona famiglia.