Ambientalisti in campo contro la potature della vegetazione negli alvei di fiumi e torrenti

17 ottobre 2008 | 11:18
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Ambientalisti in campo contro la potature della vegetazione negli alvei di fiumi e torrenti

Legambiente chiede che prima di proseguire col taglio della vegetazione, e comunque per tutti i progetti futuri d’intervento, si controlli la situazione in sito: “Occorre verificare se esistano o meno situazioni di gravità estrema

Dura presa di posizione da parte di Legambiente, sui lavori di pulizia degli alvei di fiumi e torrenti, gia' avviati dalla Provincia di Imperia, nell'ambito delle misure di prevenzione del rischio idrogeologico – determinate pochi giorni fa dalla Conferenza Permanente, in Prefettura – per scongiurare eventuali fenomeni alluvionali.

'Tranne che in alcuni casi, la vegetazione in alveo ha una funzione positiva – spiega Alessandro Poletti, responsabile difesa suolo di Legambiente Liguria -. Solo in rari casi esercita una pericolosa funzione ostruttiva, ad esempio nel caso della crescita di alberi di alto fusto che crollando possono creare un effetto diga. Non sempre c'e' bisogno di tagliarli: talora basta una potatura che ne riduca l'altezza e ne impedisca il crollo. Per quel che riguarda la vegetazione erbacea o arbustiva, tra cui va inserita la canna, solo se la sezione dell'alveo e' molto strozzata da opere di regimazione idraulica non corrette, puo' fare massa, in tutti gli altri casi ha un effetto rallentante sulle piene che previene le alluvioni, non le provoca. Il vero pericolo e' l'aumento della corrivazione delle acque con aumento e accelerazione dei picchi di piena, come facilmente dimostrabile con opportuni grafici'.

Riguardo alla situazione specifica delle canne bisogna fare attenzione: 'Occorre distinguere le tre tipologie di canna presenti nei nostri fiumi e torrenti – riprende Poletti – la Cannuccia di palude (Phragmites australis) spesso associata con Typha latifolia , autoctone e presenti vicino all'acqua e la Canna australiana (Arundo donax), alloctona, infestante, e presente soprattutto sugli argini; nel caso delle prime due specie, andrebbe evitato lo sfalcio, anche annuale, mentre per la seconda riteniamo sia opportuno.

Legambiente chiede che prima di proseguire col taglio della vegetazione, e comunque per tutti i progetti futuri d'intervento, si controlli la situazione in sito: 'Occorre verificare se esistano o meno situazioni di gravità estrema come quelle sopra esemplificate. Se non sussistono bisogna che si fermi o non si effettui proprio il taglio della vegetazione in alveo. Quanto agli argini di piena, se naturali, la vegetazione, fatto salvo qualche esemplare pericolante, andrebbe sempre preservata. Quando si interviene su un corso d'acqua bisogna sempre ricordarsi come esso sia un ecosistema'.