La protesta dei pescatori imperiesi sbarca a Savona. Occupato il mercato ittico (PARTICOLARI)

Sul posto la polizia e i carabinieri, che stanno tuttora monitorando la manifestazione. Alle prime luci dell’alba grida e proclami, ma non si sono registrati disordini particolari.
La protesta dei pescatori imperiesi sbarca a Savona. Dalle 4 di questa notte un gruppo di lavoratori del mare ha "occupato" il mercato ittico di Savona, in piazzale Amburgo, per dimostrare contro l'aumento dei prezzi del gasolio che sta mettendo in seria difficoltà la pesca ligure. I pescatori del ponente ligure, in tutto una trentina, hanno bloccato le normali attività del mercato.
Sul posto la polizia e i carabinieri, che stanno tuttora monitorando la manifestazione. Alle prime luci dell'alba grida e proclami, ma non si sono registrati disordini particolari. Né si segnalano problemi alle pescherie, rifornite di prodotto, almeno per ora. Domani – hanno assicurato i pescatori – si ripeterà il presidio. Secondo i manifestanti, da alcuni mesi il prezzo del gasolio è raddoppiato portando i costi fissi della gestione della barca alle stelle. I rappresentanti della marineria imperiese hanno annunciato l'intenzione di non riprendere il mare finché non si troveranno soluzioni per avere sgravi sul gasolio.
Se le iniziative spontanee dovessero continuare ad oltranza, le difficoltà nel reperire prodotto ittico presso i mercati si farebbero sentire anche a Savona, come è già accaduto in provincia di Imperia, dove in occasione del 2 giugno alcuni ristoranti sono stati costretti a servire ai turisti pesce surgelato al posto di quello fresco.
"La situazione è tesa perché la categoria ha i nervi a fior di pelle per le difficoltà che si sono accumulate in questi anni, non solo per gli aumenti del gasolio – osserva Gianluigi Granero, presidente del settore pesca della Legacoop – L'Unione Europea non è stata in grado di dare adeguata risposte alle esigenze dei pescherecci. Come Legacoop non abbiamo aderito allo sciopero, ma ne comprendiamo le ragioni".
Il gasolio, dunque, ha scatenato la rabbia, già alimentata dall'intolleranza per altre voci di costo. Un peschereccio consuma in media dai 1500 ai 2000 litri al giorno.
"Abbiamo una piattaforma di trattativa – aggiunge Granero – e dobbiamo verificare se alcune misure fiscali, come sgravi e incentivi, possono sciogliere il nodo della situazione. Prima di tutto riteniamo che i fondi per il fermo pesca debbano crescere consistentemente per dare un po' di ossigeno alla categoria. Chiediamo inoltre maggiori stanziamenti statali per consentire il consolidamento delle imprese che, essendo molto piccole, subiscono l'aumento incontrollato dei prezzi".
Così Orlando Sangregorio, di Sanremo, uno dei pescatori impegnati nel presidio in piazzale Amburgo: "Faccio il pescatore con la lampara ed è da tre mesi che la mia barca è ferma. Abbiamo deciso di protestare a Savona perché qui non era ancora arrivata la nostra voce. Anche per solidarietà nei confronti dei colleghi del levante ligure vogliamo dare un segnale. Andare in mare, come tutti sanno, è un lavoro duro. Se ci si mette una situazione come quella che si è creata, che ci rende impossibile pagare il gasolio, allora tutto si blocca e pesce non se ne vende. E pesce fresco non se ne venderà neanche domani. Chiediamo un intervento immediato del Governo".
Una prima mossa urgente potrebbe essere fatta dalla Commissione Europea, che ha già previsto provvedimenti per il contenimento del problema: si ipotizza, fra l'altro, di garantire un aiuto di 30 mila euro da dividere in tre anni per ogni pescatore europeo che ne faccia richiesta.
Intanto, per domani è previsto un incontro alla Commissione agricoltura del Senato, mentre nei prossimi giorni il ministro delle politiche agricole Luca Zaia incontrerà i rappresentanti della categoria. E' in cantiere un progetto di piattaforma unitaria Italia-Francia-Spagna che potrebbe dare sollievo immediato con interventi urgenti e allo stesso tempo rispondere con una riforma strutturale alla crisi cronica del settore.