I genitori di “Antonella “a Napolitano: “GIUSTIZIA A TUTELA DEI DELINQUENTI, cambiate le leggi”

21 marzo 2008 | 10:22
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I genitori di “Antonella “a Napolitano: “GIUSTIZIA A TUTELA DEI DELINQUENTI, cambiate le leggi”
I genitori di “Antonella “a Napolitano: “GIUSTIZIA A TUTELA DEI DELINQUENTI, cambiate le leggi”
I genitori di “Antonella “a Napolitano: “GIUSTIZIA A TUTELA DEI DELINQUENTI, cambiate le leggi”

A lanciarlo sono Rocco Multari e Rosa Tripodi, i genitori di Maria Antonietta (Antonella), 33 anni, la giovane donna accoltellata e uccisa, per strada a Sanremo dall’ex fidanzato, Luca Delfino, 31 anni, di Serra Riccò. IL DOLORE DEI GENITORI.

"Un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché faccia pressione sul prossimo governo per ³cambiare queste assurde leggi… a tutela dei delinquenti". A lanciarlo sono Rocco Multari e Rosa Tripodi, i genitori di Maria Antonietta (Antonella), 33 anni, la giovane donna accoltellata e uccisa, per strada a Sanremo, il 10 agosto scorso, dall'ex fidanzato, Luca Delfino, 31 anni, di Serra Riccò (Genova). Il riferimento è ancora una volta all'inchiesta giudiziaria di Genova che vede Delfino indagato per un secondo omicidio, quello di Luciana Biggi, l'altra
sua ex fidanzata trovata sgozzata nel centro storico di Genova, nell'aprile del 2006. Omicidio per il quale la magistratura genovese lo indagò sempre in stato di liberta', dandogli cosi' la possibilità, secondo i genitori di Antonella, di uccidere la loro figlia.

«Faccio un appello al presidente della Repubblica ¬ è scritto nella lettera inviata a Napolitano – visto che fare un appello al ministro della Giustizia non è servito a niente, perché evidentemente aveva altro da fare e non poteva dare ascolto a un comune cittadino come me. Quindi, a lei signor presidente chiedo che faccia pressione sul prossimo governo per cambiare queste assurde leggi che servono soltanto a protezione di chi l'ha fatte, di benestanti e a tutela dei delinquenti».

Mamma e papà di Antonella recriminano anche lo sperpero di denaro pubblico e privato attorno alla figura di Delfino. A partire dai servizi scorta per ogni singolo spostamento, per proseguire con le diverse perizie psichiatriche, con l'inutile trasferimento a Roma per l'operazione chirurgica alla mano e via dicendo. «Faccio un altro appello – ancora nella missiva – a non illogiare soltanto la magistratura, quando fa tante cose buone, ma spronarle e rimproverarle, quando questi non fanno niente, perché ci sono tanti giudici che lavorano con tanta professionalità spesso rischiano la vita ma ci sono tanti giudici che non fanno niente e fanno di tutto per fare ancora di meno, per mancanza di professionalità e perché non hanno nessuna voglia di lavorare. E pure è gente che non guadagna mille euro al mese. Siccome c'è sempre un conto da pagar non è giusto che a pagare sia sempre la gente comune che non da fastidio a nessuno e che tutti i giorni va a lavorare e che paga le tasse per mantenervi tutti quanti, lei compreso».