Commento sull’andamento della settimana in Borsa a cura del gruppo Banca Sella (7 marzo)



Piazza Affari rimane in territorio negativo da inizio anno (-16% circa). Da segnalare il brusco scivolone di Fiat, che nella giornata di martedì ha perso il 6,5% sfiorando i 13 euro per azione
Un’altra settimana caratterizzata da andamento al ribasso sulle principali Borse Mondiali. Piazza Affari rimane in territorio negativo da inizio anno (-16% circa). Da segnalare il brusco scivolone di Fiat, che nella giornata di martedì ha perso il 6,5% sfiorando i 13 euro per azione, penalizzata più dei concorrenti europei dalle prospettive di rallentamento economico. Nel mese di Febbraio, la casa automobilistica torinese ha visto scendere le nuove immatricolazioni in Italia dell’8%. In difficoltà Telecom Italia, scesa sotto 1,5 euro, per ricavi, pari a 31,29 miliardi di euro, al di sotto delle attese di mercato. In difficoltà anche i titoli del settore petrolifero, benché siano stati toccati in settimana nuovi record storici per il prezzo del petrolio, che ha oltrepassato la soglia dei 105 dollari al barile.
Il rialzo del prezzo del petrolio è la somma di differenti motivazioni che vanno dalla decisione dell’Opec di lasciare invariata la produzione a 29,63 milioni di barili al giorno cui si è aggiunto un crollo delle scorte statunitensi di greggio scese di 3,06 milioni di barili. Un ulteriore fattore di rialzo è la debolezza del dollaro. Il biglietto verde ha proseguito nell’attuale fase di debolezza superando la soglia di 1,54.
La Banca Centrale Europea, riunitasi in settimana, ha mantenuto invariati i tassi al 4% così come la Banca d’Inghilterra li ha mantenuti al 5,25%. L’obiettivo principale dell’istituto europeo resta quello di contenere l’inflazione, che secondo le previsioni è rivista al rialzo per il 2008 (2,9% circa). Le proiezioni per la dinamica di crescita sono invece state riviste al ribasso (1,7% valore centrale per il 2008).
In queste fasi di debolezza del dollaro, non potevano mancare nuovi rialzi per l’oro, ormai prossimo ai 1000 dollari per oncia e accompagnato da una salita dei prezzi di molte materie prime.
Segnaliamo che il Gruppo potrebbe avere un interesse di qualunque natura sui prodotti finanziari contenuti in tale analisi.