Casino’: Bruno Marra chiede copia del dettaglio spese per il2008 che ammonta ad oltre 16 milioni






Marra ha, poi, detto che i consiglieri comunali possono solo esprimere osservazioni al Piano di Impresa triennale della casa da gioco, che non sara’ votato, ma solo adottato.
Il presidente del Consiglio comunale di Sanremo, Bruno Marra (Sanremo Indipendente), ha chiesto al cda di 'Casino' spa', l'azienda che gestisce la casa da gioco matuziana, di avere il dettaglio dei costi dei servizi preventivati dalla casa da gioco, nel 2008, visto che, oggi, durante l'illustrazione ai capigruppo comunali del Bilancio e del Piano di Impresa della casa da gioco, e' stata annunciata una spesa di circa 16 milioni e 371 mila euro. Spesa che sale a 16 milioni e 679 mila euro, nel 2009 e a 16 milioni e 812 mila euro nel 2010.
La richiesta di Marra e' giunta in seguito alla proposta del cda del Casino' di portare al 56 per cento la percentuale degli incassi trattenuti dall'azienda a copertura delle spese. 'Abbiamo chiesto al cda di avere un dettaglio di queste spese – ha affermato Marra – visto che la cifra preventivata appare un po' troppo alta, se limitata alla sola accoglienza degli ospiti e alle commissioni ai porteur'. Marra ha, poi, detto che i consiglieri comunali (il Comune di Sanremo e' proprietario al 99 per cento circa della casa da gioco, tranne una minima quota in mano alla Provincia di Imperia) possono solo esprimere osservazioni al Piano di Impresa triennale della casa da gioco. Quest'ultimo, quindi, non sara' votato ma adottato.'Siamo ancora nella fase di valutazione – ha proseguito Marra -. Possiamo dire che si tratta di un Piano con luci ed ombre; con alcuni aspetti trasparenti ed altri che dovranno essere analizzati con piu' attenzione'.
'Abbiamo illustrato il Piano di Impresa – ha affermato il consigliere di amministrazione di Casino' spa, Dario Biamonti – mettendo in evidenza i nostri obiettivi principali ovvero quello di tendere a una riqualificazione dell'offerta di gioco e rendere piu' efficace la spesa che noi sosteniamo per l'ospitalita' dei clienti. Sono stati anche considerati gli aspetti legati alla convenzione che lega la 'Casino' spa' al Comune di Sanremo. In questo caso si e' ritenuto di adottare l'ipotesi del 56 per cento come percentuale a copertura dei costi sostenuti dall'azienda che gestisce la casa da gioco. La proposta, ora, dovra' essere approvata dalla Commissione consiliare, assieme al Piano di Impresa; dopodiche' sara' sottoposta al vaglio del Consiglio. Noi ci auguriamo, entro la meta' di aprile. Da parte dei capigruppo abbiamo ricevuto valutazioni e suggerimenti che noi terremo in considerazione, come quello di attuare una maggior stretta sui porteur. La politica dei porteur abbiamo iniziato a prenderla in considerazione, lo scorso mese di agosto, compilando una relazione che e' stata consegnata al sindaco'.
Ha affermato Leone Pippione: 'Si tratta di un documento molto complesso. Ci sono delle alcune idee che secondo me meritano di essere apprezzate, in particolare questo sforzo di recuperare la qualita' dei servizi e di presentare un'immagine del Casino' all'altezza dei tempi; ma ci sono anche aspetti cose che vanno approfonditi. Ad esempio, questi costi che vengono presentati per i servizi che sono rilevanti e forse meritano di essere approfonditi, nel senso che le risorse vanno tutte rivolte alla produzione del reddito. Ci sono costi di servizi tipo l'ospitalita, che vanno attentamente esaminati. Loro chiedono uno sforzo notevole al Comune, il 56 per cento degli incassi che sicuramente e' rilevante. A fronte di questo sforzo, pero', vogliamo che queste risorse vengano utilizzate al meglio. Discorso che condivido, invece, e' quello delle iniziative turistiche verso la citta', con atteggiamento diverso anche da parte del Comune, nei confronti della casa da gioco, che non dev'essere considerata solo una vacca che da' latte. Bisogna poterlo anche nutrire questo Casino'. Ad esempio organizzando vetrine a tema ne negozi, con un ipotetico gala' delle rose e con una mentalita' che va' recuperata, perche' in passato c'era. Il Piano di Impresa, inoltre, crediamo che vada portato da tre a nove anni, per consentire migliori investimenti'.