Sergio Scibilia (PD): “I lavori nell’alveo del fiume Roya sono stati eseguiti nel periodo sbagliato”

“Oggi devono essere fermati tutti i lavori che possono causare ulteriore degrado dellambiente, del paesaggio, danni allecosistema acquatico e allidrofauna. Bisogna accertare lesatto danno ambientale” dice il consigliere provinciale
Siamo di fronte al rischio di un grosso disastro ambientale arrecato al Fiume Roya.
I lavori di prelevamento di materiale lapideo dall’alveo per le opere di ripascimento delle spiagge di Ventimiglia, Vallecrosia e Bordighera sono stati eseguiti nel periodo sbagliato.
A causa dei grossi movimenti di terra, del continuo transito di mezzi pesanti. Dopo avere accumulato sull’alveo del fiume cataste di materiale; creato deviazioni non naturali. Dopo tutto questo, per un lungo periodo non sarà possibile pescare nel tratto di fiume. Un primo danno ambientale enorme, che stravolge un vero patrimonio naturale.
Ora bisogna capire perché tutto questo è successo, senza che nessuno abbia fermato, giorno dopo giorno, l’avanzare della distruzione.
Il Roya è un fiume di massima importanza che distribuisce acqua da Savona a Nizza.
E’ un “Sito di Importanza Comunitaria", essendo una zona di particolare pregio naturalistico.
Tali zone sono regolate da direttive comunitarie ben precise.
La vita dei fiumi è normata dalla Carta Ittica Provinciale. Uno strumento adottato per indicare gli esatti criteri per la tutela dell’ecosistema acquatico, per la disciplina della pesca”.
E’ la guida tecnica contenete le indicazioni per intervenire sui bacini idrici provinciali.
Tra le altre indica che i lavori devono essere eseguiti da agosto a settembre.
Nel periodo che stanno lavorando le pale meccaniche è vietato.
Coincide con la riproduzione dei pesci.
Oggi devono essere fermati tutti i lavori che possono causare ulteriore degrado
dell’ambiente, del paesaggio, danni all’ecosistema acquatico e all’idrofauna.
Bisogna accertare quale sia stato l’esatto danno ambientale.
Perseguire in tutti i modi consentiti dalla legge i responsabili di tale azione.
Se necessario, avanzare nelle sedi opportune una richiesta di eventuali danni se accertati.
Eseguire un forte intervento di ripopolamento con rilascio di specie ittiche giovanili e di “pronta pesca.”.
Deve essere riconosciuto un equo indennizzo per i danni subiti, alla società “Riserva di Pesca Val Roya”- concessionaria del tratto di fiume.
Capire i motivi della grave latitanza degli enti locali, preposti alla tutela del nostro fiume ed al controllo della regolare esecuzione dei lavori.
Cosa serve scrivere, indicare precise e lunghe prescrizioni nelle autorizzazioni, se poi nessuno controlla. Sempre troppo tardi. I “pesci “ ormai sono “scappati” e nessuno ha visto niente.