Vallecrosia. Da oggi esistono soluzioni sempre meno invasive e più performanti per trattare le patologie dell’avampiede, in particolare l’alluce valgo. Da circa un decennio si è affermata una nuova tecnica che si contrappone fortemente a quelle tradizionali, la Pbs, di cui ci parla in quest’intervista il medico chirurgo del piede e della caviglia Flavio Polliano, tra i pochi esperti in Italia specializzati nella tecnica Pbs e che finalmente riceve anche sul territorio della provincia di Imperia nel suo studio a Vallecrosia.
Che cos’è l’alluce valgo?
L’ alluce valgo è una deformità dell’avampiede conosciuta specie dal sesso femminile con nomignoli tipo “nocetta”, “patata”, “cipolla” che ben indicano la realtà della situazione. Questa “noce” che non sta nella scarpa, che si arrossa sfregando nella tomaia, impedisce al “gentil sesso” di realizzare il sogno di donna di utilizzare una scarpa si funzionale ma esteticamente soddisfacente ed appagante. Che la causa sia genetica, ereditaria o idiopatica (non specifica), finalmente la chirurgia è riuscita a dare una valida risposta a questo problema.
Da oggi è infatti possibile essere operati con una nuova tecnica, la Pbs. Di cosa si tratta?
Introdotta dalla scuola americana prima e da quella spagnola poi, negli ultimi dieci anni circa si è affermata la tecnica Pbs. Si tratta di una tecnica mininvasiva percutanea, capace di apportare correzioni delle deformità scheletriche digitali, grazie a gesti chirurgici semplici e precisi, attraverso miniaccessi (“i buchini”) percutanei appunto, senza l’ausilio di mezzi di sintesi (chiodi, cambre, viti, etc.), in anestesia locale, permettendo il carico immediato (l’appoggio del piede il giorno stesso dell’ intervento). La Pbs, acrononimo di Percutaneous bianchi systesm, è una tecnica innovativa che si discosta dalle tecniche tradizionali per tutta una serie di peculiarità che la rendono preferibile ad esse.
Ovvero?
Le caratteristiche della Pbs hanno migliorato non solo le tempistiche dell’ intervento (meno della metà del tempo utilizzato in un intervento tradizionale) ma anche il rispetto delle strutture nobili articolari e tessutali (capsula, legamenti, tendini, nervi) che non vengono interessati dal gesto chirurgico. Quindi è anche migliorato il periodo di guarigione post operatorio che solitamente è decisamente ridotto e molto meno doloroso rispetto agli anni addietro, proprio grazie al carico immediato e alle minime (se non assenti) possibili complicanze (edemi declivi minimi, praticamente nulle le complicanze vascolari).
Entrando nel dettaglio dei risultati raggiunti dalla Pbs, quali sono i vantaggi dell’essere sottoposti a un simile intervento?
Anzitutto, il tempo di guarigione è approssimativamente circoscritto alle 3-4 settimane, almeno considerando la piccola frattura metatarsale. Dopo l’intervento la paziente può già subito camminare. Il carico è infatti immediato, non possibile ma richiesto. È ovvio che all’inizio è opportuno calzare una scarpa apposita, rigida e piatta ma già dalla terza settimana è possibile l’uso di una calzatura normale e comoda. Quanto al dolore, seppur questo è molto personale, possiamo affermare che è decisamente minore rispetto a quello avvertito con un intervento tradizionale. Basti pensare che nel post operatorio le nostre pazienti utilizzano quasi esclusivamente del Paracetamolo e del ghiaccio. Senza dimenticare che il ricovero è giornaliero, l’anestesia locale e dunque non sono previste lunghe degenze come invece avveniva in passato.
Può darci una stima sulle possibilità di guarigione?
I buoni risultati si assestano intorno al 97-98% con una percentuale di recidiva del 2-3%, assolutamente accettabile per qualsiasi tecnica chirurgica. Considerando tali numeri e dati i presupposti di cui abbiamo appena parlato, si può a ragione affermare che ad oggi l’alluce valgo non deve più spaventare come un tempo e l’intervento deve essere affrontato con le migliori prospettive di guarigione e riuscita, supportato anche dal punto di vista scientifico dalla esperienza di oltre 50.000 casi trattati.
Riconosciuta la patologia, entro quanto la paziente deve affrontare la correzione chirurgica con Pbs?
Il carattere ingravescente della patologia alluce valgo, che nel tempo si associa alle caratteristiche dita a martello, metatarsalgie plantari, così dolorose e invalidanti, suggerisce di non attendere troppo ad affrontarne la correzione chirurgica . Perché seppur adottando una tecnica innovativa come la Pbs, “più il tempo passa, più grave il problema, più impegnativo l’intervento”.
Per consulti e visite:
Vallecrosia – Studio medico, tel. 340 6375824
Savona – Studio medico, tel. 338 5809025
Genova – Open medica wtc, tel. 010 0996500
Firenze – C. di C. Ulivella, tel. 055 429611
Torino – Istituto fisico terapico, tel. 011 5627017
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