Emergenza coronavirus

Sanremo, primi aperitivi dopo il lockdown. Assembramenti ingestibili, parla il titolare del Cocoon

Solidarietà al collega per il suo gesto di rinunciare agli aperitivi serali viene espressa anche dal presidente cittadino di Confcommercio Andrea Di Baldassarre

Sanremo. «Non sono un poliziotto, lavoro solo insieme a mia moglie perché non posso assumere dipendenti a causa dell’emergenza e del poco lavoro che c’è». A dirlo è Mauro Natta, gestore del bar “Cocoon” di via Cavour. Ieri sera il commerciante ha chiuso la sua attività all’ora degli aperitivi serali perché la clientela si stava assembrando e non rispettava più il distanziamento sociale. Il suo caso ha fatto parlare e molto, finendo anche sulla cronaca dei media nazionali.

«Non voglio essere un esempio – spiega a Riviera24.it Natta – perché non lo sono. Mi sono comportato così perché posso lavorare anche di giorno con caffè, colazioni e pranzi. I locali che devono fare aperitivi per continuare a stare aperti fanno bene a farli».

Quello degli assembramenti nei locali è un tema toccato recentemente anche dal sindaco Alberto Biancheri che ha messo in guardia la cittadinanza sul rischio di una nuova impennata dei contagi. Un rischio che nel caso peggiore potrebbe far scattare nuove chiusure.

La riapertura non è stata solo fatta di assembramenti selvaggi, anzi, l’esempio del Cocoon è rimarchevole ma forse sporadico. Andrea Di Baldassare, presidente cittadino e titolare del Big Ben di piazza Sardi (che ieri sera ha riaperto), così commenta la notizia: «Sono stato felice di vedere le facce contente dei clienti che tornavano dopo tanto tempo. Mi hanno riempito il cuore. Esprimo la mia solidarietà al collega. Inutile negarlo, è una situazione imbarazzante: siamo costretti a trasformarci in sceriffi perché la responsabilità di cosa accade al di fuori dei nostri locali rimane nostra. Continua Di Baldassarre: Vero è che ci sono locali che non possono permettersi di rinunciare all’ora dell’aperitivo, un test importante sarà vedere cosa succede nel weekend».

«Certo che uno quando prende l’aperitivo lo fa anche e soprattutto per socializzare, al di la della bevuta – specifica il gestore di “Marzio Bistrot” – sta anche a noi gestori controllare però che non si verifichino assembramenti».

Dello stesso avviso è anche Scilla, titolare del bar Roma: «Sono io la prima a fornire gratuitamente mascherine ai clienti e a sincerarmi che non vadano contro le direttive, anche perché il rischio di un nuovo lockdown è reale».

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