Fase 2

Pilati: «Nel Golfo entro il 20 giugno riaperti tutti gli alberghi. La movida? Nemica del turismo slow»

Attesa per gli stranieri, tariffe invariate nonostante il calo forzato di un terzo di presenze dovute ai distanziamenti

americo pilati

Diano Marina. «Nel Golfo qualche struttura riaprirà i battenti già tra il 6 e il 13 giugno, tutti gli altri il 20». Lo dice Americo Pilati, presidente regionale di Federalberghi che nei giorni scorsi ha riunito in modalità telematica gli associati del Golfo dianese.  «Apriamo al buio – prosegue Pilatinel senso che prenotazioni non ce ne sono ancora ma con delle certezze che riguardano, e per questo devo ringraziare il governatore della Liguria Giovanni Toti, alcuni aspetti che potrebbero sembrare marginali ma non lo sono. Come, per esempio,  la possibilità di servire la colazione a buffet. Non è un dettaglio, perché ci permette di mantenere inalterata la qualità di quello che per molti italiani e stranieri è il pranzo principale». A servire la colazione dovrà essere un cameriere con guanti e mascherina.

«I turisti stranieri? Intanto – prosegue Americo Pilatiaspettiamo di vedere cosa si deciderà per piemontesi e lombardi alla fine di questa settimana. C’è qualche preoccupazione per l’apertura della Lombardia, ma già il Piemonte sarebbe un bel polmone di arrivi. La campagna promozionale della Regione comincia il 16 giugno, quindi non ci accompagna nella prima fase, ma forse c’è stata preoccupazione sull’incertezza della curva epidemica dopo la fine del lockdown. Tornando agli stranieri, posso testimoniare che il sito del mio albergo dopo che abbiamo cominciato l’invio delle mail, ha avuto una impennata di visite, divise per  un 50 per cento di italiani e un 50 per cento di stranieri, tedeschi, francesi e svizzeri. A causa dei distanziamenti tutte le strutture perderanno un terzo di ospiti, quindi i soli italiani non basterebbero per salvare la stagione, visto che abbiamo deciso di non ritoccare le tariffe».

Pilati conclude con un messaggio ai Comuni: «Non vogliamo vedere, perché i nostri clienti non lo vogliono,  le nostre cittadine sul mare diventare una casbah. Trasformiamo l’emergenza Covid in una opportunità di assecondare un turismo in senso slow come richiesto da chi sceglie la nostra Riviera come meta per la villeggiatura». 

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